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Vita in Campagna
Sommario rivista Approfondimento
01
Gennaio

  2003
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SUPPLEMENTO: I LAVORI DI GENNAIO-FEBBRAIO
Gli allevamenti

POLLAIO

Anatre
Come risparmiare e guadagnare.
Per limitare la perdita di mangime utilizzate mangiatoie con sbarrette antispreco.
Lavori. Verso la metà di gennaio vi consigliamo di acquistare un gruppo di anatre svezzate (2-3 settimane di età) che saranno pronte per la mensa a primavera. Dovrete quindi provvedere, nei primi giorni di gennaio, e comunque prima dell’acquisto degli animali, a distribuire un abbondante strato di paglia (5-10 cm) sul pavimento del locale pollaio in modo che gli animali possano essere allevati sull’asciutto. Le mangiatoie per la distribuzione degli alimenti devono essere provviste delle tradizionali sbarrette antispreco.
Già a fine gennaio è possibile somministrare in apposita rastrelliera verdure di scarto (in questa stagione nell’orto abbondano le lattughe, il radicchio, la cicoria, le verze e altre verdure da foglia). Per garantire l’igiene ambientale è poi necessario, verso le 10 del mattino, togliere le verdure che non sono state utilizzate (potrete riempire di nuovo la rastrelliera verso sera).
Interventi sanitari. Una malattia favorita dal freddo che può colpire le anatre (e le oche) — soprattutto se sono allevate a terra e in condizioni di scarsa igiene ambientale — è la pasteurellosi o colera aviario che risulta più pericolosa per gli individui adulti. La malattia può esplodere in forma acuta, con morte improvvisa (o dopo pochi giorni di malessere) di un’alta percentuale delle anatre presenti in allevamento; oppure manifestarsi in forma cronica, con uno stillicidio di decessi dopo settimane di deperimento con diarrea persistente e respiro difficoltoso. La cura prevede l’impiego di antibiotici (tetracicline o enrofloxacina) per via orale alle dosi e per i tempi prescritti dal veterinario. Contro il colera aviario esiste anche un vaccino specifico (informatevi presso il veterinario).


Quando le condizioni ambientali lo consentono
le giovani anatre possono essere liberate al pascolo

Faraone
Come risparmiare e guadagnare.
Curate con attenzione l’igiene ambientale per evitare la diffusione di malattie parassitarie che potrebbero indebolire gli animali, con necessità di cure e spese sanitarie.
Lavori. Nelle prime settimane di gennaio è possibile acquistare delle faraoncine svezzate da allevare in ambienti chiusi attrezzati con cura: il pavimento del ricovero deve essere ricoperto da un abbondante strato di truciolo asciutto che favorisce la fermentazione delle feci, evitando la diffusione di malattie.
Anche la concentrazione degli animali non deve mai superare i 10 capi per metro quadrato (dalla settima settimana di allevamento in poi).
Interventi sanitari. Nessuno.

Galline ovaiole
Come risparmiare e guadagnare.
Per ottenere buone produzioni e mantenere il benessere degli animali attrezzate con cura il pollaio. Utilizzate cereali aziendali per risparmiare nell’alimentazione.
Lavori. Il livello produttivo delle ovaiole è legato anche al loro stato di benessere che viene influenzato dalle caratteristiche del ricovero che deve essere dimensionato e attrezzato correttamente. È necessario dimensionare con cura il locale in modo che vi siano non più di 4 galline per metro quadrato di pollaio. Vista l’abitudine delle galline di riposare appollaiate su un ramo, il pollaio deve poi poter offrire uno spazio posatoi pari a circa 1/3 della superficie totale. La restante parte deve essere ricoperta con uno strato di 10 cm di truciolo di legno in modo da favorire la fermentazione delle deiezioni. Il locale deve essere infine attrezzato con nidi, abbeveratoi, mangiatoie e rastrelliera per la distribuzione di erbe e verdure.
Una buona attività riproduttiva viene facilitata da una sana alimentazione. Questa può essere garantita da un mangime commerciale completo per galline, oppure, se si vogliono utilizzare i cereali aziendali, aggiungendo a questi un integratore proteico. Allo scopo si consiglia l’uso di un mangime per pulcini al 23% di proteine da miscelare nel modo seguente: mangime per pulcini 50%, mais aziendale 35%, crusca di frumento 7,3%, gusci d’ostrica 7,5%, sale da cucina 0,2%.
Interventi sanitari. La corizza infettiva è una malattia batterica respiratoria altamente contagiosa che colpisce in prevalenza i soggetti adulti nei mesi freddi e umidi, causando un brusco calo della deposizione delle ovaiole. Nei primi due o tre giorni i volatili colpiti starnutiscono in continuazione e presentano uno scolo oculare e nasale sieroso trasparente. In seguito si nota un progressivo rigonfiamento di tutta la testa, in particolare delle palpebre e della zona sopra le narici e sotto il becco, mentre lo scolo si fa denso e maleodorante. La mortalità è piuttosto bassa, ma è necessario iniziare senza indugio una terapia antibiotica (Eritromicina, 1 grammo ogni 10 kg di alimento per 7-8 giorni).


Per garantire il benessere delle galline in deposizione è necessario dimensionare in maniera corretta il locale da destinare a pollaio: la superficie deve essere tale da ospitare non più di 4 capi per metro quadrato; 1/3 della superficie va attrezzato a posatoio per il riposo degli animali; 2/3 della superficie vanno ricoperti con uno strato di 10 cm di truciolo. Le galline inoltre devono disporre di un’area a pascolo di almeno 10 metri quadrati per capo

Oche
Come risparmiare e guadagnare.
La scelta di un idoneo ceppo di animali consente di raggiungere gli obiettivi prefissati con un minor consumo di mangime. Per garantire il benessere degli animali rispettate la giusta concentrazione di capi.
Lavori. Data la loro rusticità e la resistenza ai rigori invernali, nei primi mesi dell’anno consigliamo l’allevamento di un gruppo di oche. Tra le oche da carne a piumaggio bianco, il mercato fornisce due varietà che si differenziano per il peso: le oche medie, che raggiungono un peso di circa 5,5 kg con un consumo di 3 kg di mangime per 1 kg di peso vivo, e le oche pesanti, che raggiungono un peso medio di 7 kg con un uguale consumo di mangime. Le oche tipo Tolosa, invece, raggiungono un peso maggiore (8 kg con un minor consumo di mangime).
Le oche devono essere ospitate in ambienti idonei con il pavimento ricoperto di paglia o truciolo di legno. Fino a un mese di vita la concentrazione deve essere di 5 capi/metri quadri, mentre in seguito la concentrazione deve scendere a 4 capi/metri quadri per le oche medie e 3 capi/metri quadri per gli animali più pesanti.
Interventi sanitari. Vedi anatre.

Polli da carne
Come risparmiare e guadagnare.
Distribuite verdure di scarto rinnovandole spesso per evitare problemi sanitari causati dal loro deterioramento.
Lavori. Se volete iniziare l’anno con un nuovo ciclo di polli, vi consigliamo l’acquisto di pollastri di 3-4 settimane ai quali siano già state fatte le vaccinazioni obbligatorie per legge.
Gli animali devono essere alimentati con un mangime commerciale al 23% di proteine miscelato con cereali aziendali: già dalla terza settimana di vita la razione alimentare è costituita da tre parti di mangime per pulcini e una parte di mais aziendale; per facilitare l’assunzione della miscela è opportuno sbriciolare il mais con un mulino aziendale. Per limitare le dispersioni di mangime si consiglia l’uso di mangiatoie con sbarrette antispreco che limitano il movimento della testa dei pollastri.
Già a fine gennaio poi è possibile distribuire verdure di scarto in apposite rastrelliere. Fate in modo che le verdure non marciscano nella rastrelliera e quindi toglietele dopo un giorno di permanenza e somministrate la quantità che prevedete venga consumata nel giro di una giornata. Ideale è distribuire le verdure al mattino e toglierle alla sera.
Interventi sanitari. Vedi quanto detto per le galline ovaiole.

Tacchini
Come risparmiare e guadagnare.
Per aumentare le rese degli animali realizzate un ambiente in grado di soddisfare le esigenze di benessere dei tacchini. Una giusta concentrazione di capi evita molti problemi sanitari.
Lavori. In questi primi mesi dell’anno possono essere acquistati dei tacchini rustici da allevare prima in ambienti chiusi e in seguito all’aperto. Fino a 4-5 settimane la concentrazione degli animali non deve superare i 15 capi/metri quadri, dalla settima settimana in poi la concentrazione deve scendere a 8 capi/metri quadri.
La realizzazione di un ambiente idoneo per l’allevamento dei tacchinotti durante le prime settimane è indispensabile per il mantenimento di un sufficiente stato di benessere degli animali. Vista la predisposizione dei tacchini ad appollaiarsi sui rami, il ricovero deve disporre di un’abbondante area posatoi pari a circa i 2/3 dello spazio disponibile. La restante parte deve essere ricoperta con truciolo di legno.
Interventi sanitari. Anche i tacchini possono essere colpiti dalla pasteurellosi che in questi volatili nelle forme acute provoca una tipica tumefazione violacea e pastosa a livello di cresta e bargigli. Per quanto riguarda la prevenzione e le misure terapeutiche rimandiamo a quanto detto per le anatre.

COLOMBAIA

Come risparmiare e guadagnare. Ai colombi in pausa riproduttiva somministrate verdure per evitare che ingrassino (colombi troppo grassi producono poco e male). Ai colombi liberi, invece, che hanno già iniziato l’attività riproduttiva, somministrate una buona alimentazione per garantire un idoneo sviluppo dei piccioncini.
Lavori. Alcuni allevatori interrompono l’attività riproduttiva della colombaia nei mesi invernali separando i maschi dalle femmine. In questo caso si deve fare attenzione all’alimentazione che non deve ingrassare troppo gli animali in riposo; si deve quindi abbondare con le verdure di scarto che vanno distribuite in rastrelliere e tolte dopo un giorno. In questo periodo di calma si deve inoltre cogliere l’occasione per risistemare le colombaie con idonee pulizie e lavori di piccola manutenzione che se fossero fatti nei prossimi mesi disturberebbero le coppie in cova. Nelle voliere esterne si deve curare l’abbeverata che va garantita anche nei giorni più rigidi (le ciotole contenenti l’acqua devono essere sempre controllate e l’eventuale ghiaccio va sciolto con acqua calda).


Nelle colombaie all’aperto i colombi continuano a riprodursi e devono essere aiutati con un’idonea alimentazione

Per favorire un buon inizio dell’attività riproduttiva sin dal mese di febbraio, mettete a disposizione degli animali il materiale necessario per l’imbottitura del nido: paglia, fieno e altro materiale simile devono essere disponibili in piccoli contenitori in modo da facilitarne la raccolta da parte dei colombi.
Nelle colombaie collocate all’aperto l’attività riproduttiva continua anche nei mesi freddi e quindi è necessario supportare lo sforzo degli animali con una idonea alimentazione. Per la somministrazione dei grani sono da preferire mangiatoie a scomparti separati (a cafeteria); in mancanza di queste si può somministrare una miscela formata da mais 35-40%, piselli 20-22%, frumento 19-30 %, sorgo 15-19%.
Interventi sanitari. Nessuno.

CONIGLIERA

Come risparmiare e guadagnare. Non fate mancare l’acqua perché la sua assenza limita l’assunzione di mangime e quindi la crescita degli animali. Per risparmiare nelle spese di alimentazione distribuite scarti di verdure di stagione e i rametti di potatura degli alberi.
Lavori. Se allevate conigli in garenna o in gabbie all’aperto prestate attenzione che l’acqua sia sempre a disposizione degli animali. Nei box a terra, dove si ingrassano gli animali allevati in colonia, limitate le ore di luce a non più di otto al giorno: in questo modo i conigli rimangono calmi e non si hanno problemi di cannibalismo.
Per ottenere poi buoni successi riproduttivi ricordate che il coniglio ama spesso alzarsi sugli arti posteriori e pertanto la gabbia dovrebbe consentire tale postura. È possibile, allo scopo, realizzare gabbie con pareti alte anche 70-80 cm, evitando quindi di chiuderle superiormente con rete. In questo modo si ottengono dei "cestoni" nei quali il coniglio può "mettersi in piedi". Il nido può essere esterno, ma può essere sistemato all’interno all’occorrenza.
Il benessere degli animali è anche condizionato dalla disponibilità alimentare e dal modo in cui gli alimenti vengono forniti. Oltre alla mangiatoia e all’abbeveratoio, non deve mancare una rastrelliera per la distribuzione di foraggi secchi o freschi. Distribuite del buon fieno alla sera mentre al mattino potete somministrare mangimi pellettati o fioccati. Una buona integrazione alimentare può essere realizzata con scarti di verdure di stagione come verze, radicchio, lattughe, ecc., oppure con i residui di potatura degli alberi che possono essere distribuiti ai conigli sul pavimento delle gabbie o a terra.


Per garantire il benessere dei conigli allevati in ambienti confinati si consiglia di realizzare ceste con un’altezza utile tale da garantire la posizione eretta dell’animale. La superficie per una coniglia in riproduzione non deve essere inferiore a mezzo metro quadrato. La gabbia deve poi essere attrezzata con pavimento il listelli (legno, plastica o barre metalliche) nido, mangiatoia, abbeveratoio e rastrelliera

Interventi sanitari. Può accadere che il gelo faccia ghiacciare l’acqua all’interno degli abbeveratoi o delle condutture lasciando i conigli assetati. Se vi accorgete di una simile eventualità ripristinate immediatamente l’abbeverata possibilmente con acqua leggermente tiepida. Qualora i conigli fossero ormai tanto sofferenti da non riuscire a bere da soli somministrate loro direttamente in bocca (tramite una siringa senz’ago) qualche cucchiaio di tè o camomilla tiepidi a piccole dosi finchè non mostrano segni di ripresa.

PORCILAIA

Come risparmiare e guadagnare. A chi vuole allevare in azienda i suini in modo naturale consigliamo di far fecondare le scrofe all’inizio di gennaio. Una corretta alimentazione favorisce poi lo sviluppo di un maggior numero di feti.
Lavori. Nell’allevamento naturale del maiale i parti devono avvenire in primavera o in autunno. Chi pertanto non avesse provveduto a far fecondare la propria scrofa a dicembre è ancora in tempo all’inizio di gennaio.
Un’alimentazione non adeguata durante la gestazione può determinare un riassorbimento dei feti, mentre un’eccessiva alimentazione determina la morte degli embrioni. Anche nell’allevamento familiare quindi si consiglia un adeguato programma alimentare. Durante i mesi di gennaio e febbraio somministrate alle scrofe appena fecondate la seguente razione alimentare: 2-2,2 kg/capo/giorno di mangime (2,3 kg/capo/giorno se si allevano più scrofe in gruppo) se si tratta di scrofe alla prima gravidanza, oppure 1,8-2 kg/capo /giorno (2,1 kg/capo/giorno se si allevano più scrofe in gruppo) alle scrofe adulte. Per la preparazione della miscela aziendale si consiglia di utilizzare un nucleo commerciale per scrofe con il 23-25% di proteine. La razione alimentare giornaliera è pertanto così composta: cereali aziendali macinati 50%, nucleo riproduttori 40% e cruschello di grano 10%. I maiali nati in azienda nello scorso autunno (fine di settembre-primi di ottobre) stanno per raggiungere i 50 kg di peso e possono essere allevati in box chiusi con pavimento ricoperto di paglia, oppure all’aperto in apposite arche e con un ampio pascolo. In questo periodo vanno alimentati a volontà. La razione alimentare è costituita da mais aziendale e nucleo per lattoni (al 27% di proteine) mescolati in parti eguali.
Interventi sanitari. Nessuno.


Anche nelle giornate più rigide le scrofe in gestazione possono pascolare sul prato ghiacciato e alimentarsi con le razioni aziendali somministrate a terra

STALLA

Capre
Come risparmiare e guadagnare.
Potrete evitare gli sprechi alimentari tenendo separati gli animali che non hanno partorito e che quindi non necessitano di mangimi concentrati. Anche l’allattamento artificiale dei capretti può rappresentare, soprattutto per chi trasforma direttamente il latte, un guadagno in più.
Lavori. È necessario avere le migliori condizioni igieniche prima dell’inizio dei parti e della lattazione, quindi questo è il momento migliore per effettuare i lavori di pulizia della stalla e delle attrezzature. Dovrete garantire un’assistenza costante agli animali sia nell’ultima fase della gravidanza sia durante i parti che si verificheranno a partire dalla metà del mese di gennaio. Sarà importante mantenere norme igieniche più severe; la stalla dovrà essere pulita più del solito e la lettiera permanente dovrà essere sempre impagliata di fresco. Tenete presente che in questa stagione gli animali stanno più a lungo in stalla e quindi l’aggiunta di paglia pulita dovrà essere quotidiana. Impagliate sempre la mattina dopo la foraggiata per evitare che gli animali affamati si buttino con voracità a mangiare la paglia di cui sono molto golosi ma che in questo periodo non rappresenta un alimento adatto alle loro esigenze.
Se effettuate l’allattamento artificiale, dovrete immediatamente separare i piccoli dalla madre. Nelle prime 48 ore di vita i capretti dovranno però ricevere il colostro (primo latte prodotto dalle madri) che potrete somministrare con il biberon; successivamente sostituirete il colostro con il latte ricostituito, seguendo le istruzioni della casa produttrice. Le capre potranno quindi essere munte subito dopo il parto.
I capretti piccoli nei primi giorni di vita dovranno essere tenuti in ambiente riscaldato. Se invece i capretti verranno allattati dalle madri non sarà necessario alcun intervento da parte vostra, salvo accertarvi che le capre adottino i loro piccoli.
Di fondamentale importanza in questa fase iniziale è l’alimentazione, che dovrà essere proporzionata alla produzione di latte. Il fabbisogno quotidiano verrà coperto in parte dal foraggio di-stribuito a volontà e in parte dai mangimi concentrati.
Durante la mungitura potrete razionare il mangime secondo l’effettivo bisogno distribuendo razioni individuali di mangime pari a circa 400 grammi per ogni litro di latte prodotto oltre il primo. Nel caso in cui gli animali allattino, il razionamento individuale è più difficile, ma potrete approssimare la razione considerando l’allattamento di un capretto pari a circa due litri di latte prodotti dalla madre.
Interventi sanitari. L’assistenza al parto è di primaria importanza, pertanto è opportuno essere presenti a tutte le nascite e specialmente al parto delle giovani primipare (cioè delle capre che affrontano la loro prima gravidanza). Di solito al momento del parto non si verificano problemi, ma l’intervento del veterinario sarà indispensabile in caso di gravi distocie (presentazioni non corrette del piccolo nel canale di parto). Il veterinario dovrà eventualmente intervenire al massimo nel giro di 12 ore per la rimozione dei frammenti di placenta non espulsi e per la terapia a base di ormoni e antibiotici.
Per quanto riguarda i capretti, quelli allattati artificialmente possono essere soggetti a diarree di varia origine. Il più delle volte la causa è una banale alterazione della flora batterica intestinale affrontabile con l’uso di fermenti lattici (rivolgetevi al rivenditore del latte o al veterinario). Se la diarrea dovesse persistere o essere accompagnata da febbre chiamate il veterinario.


Di solito al momento del parto delle capre non si verificano problemi, ma l’intervento del veterinario sarà indispensabile in caso di gravi di-stocie (presentazioni non corrette del piccolo nel canale di parto): a-testa piegata all’indietro, b-arti posteriori piegati all’indietro

Pecore
Come risparmiare e guadagnare.
Le pecore da carne si trovano in una fase di scarse esigenze fisiologiche: ciò comporta il vantaggio di poter ottenere una facile economia solo assecondando la natura degli animali.
Lavori. In questo periodo potrete effettuare i lavori di riparazione ai recinti dei pascoli che dovranno poi essere usati in primavera e in estate.
Se non lo avete ancora fatto dovrete preparare e allestire il locale in cui alleverete le rimonte una volta svezzate. Occorrerà uno spazio di circa un metro quadrato per animale in cui i piccoli possano trovare mangime adatto alla crescita e fieno, oltre naturalmente all’acqua per l’abbeverata.
Gli allevamenti da latte si avviano alla piena produzione che culminerà nei prossimi mesi primaverili. Le pecore necessitano di due mungiture al giorno da effettuare a intervalli di tempo il più possibile regolari. In questa stagione, in cui la permanenza in stalla è maggiore rispetto alla primavera, l’alimentazione delle pecore dovrà essere completata con mangime composto integrato in dose proporzionale alla quantità di latte prodotto.
La scarsa disponibilità di pascolo dovrà essere compensata per non rischiare l’accorciamento della lattazione. Animali male alimentati tenderebbero a cessare la produzione o, comunque, a diminuirla drasticamente una volta allontanati i piccoli. Potrete somministrare alle pecore dai 300 ai 500 grammi di mangime a seconda della mole e della quantità di latte prodotto. Il foraggio secco dovrà essere di ottima qualità e saranno preferibili fieni di leguminose molto sottili e fogliosi.
Le agnelle svezzate il mese scorso dovranno essere tenute separate dalle madri e passeranno gradualmente al mangime adatto ad animali in crescita che sostituirà quello da svezzamento utilizzato fino a ora.
In questo periodo le pecore da carne tenderanno ad asciugarsi (cessare la produzione di latte) in modo naturale.
Interventi sanitari. Fate attenzione alla coccidiosi che si manifesta con diarrea scura e sanguinolenta e porta a morte nel giro di pochi giorni. Si tratta di una malattia tipica degli agnelli svezzati e occorre un tempestivo intervento del veterinario in quanto è contagiosa e può generare vere stragi.
Per quanto riguarda la prevenzione, rivolgetevi al veterinario per la vaccinazione contro l’ectima contagioso. Il vaccino fornisce l’immunità per circa un anno e deve essere praticato un mese prima del periodo in cui la possibilità di contagio è massima (marzo-aprile) e nelle zone in cui la malattia è presente.

Cavalli
Come risparmiare e guadagnare. In questa stagione il pascolo è povero di risorse e per integrare la dieta dei cavalli potete somministrare mele, pere e carote. Per risparmiare acquistatele a cassette al mercato ortofrutticolo (vanno bene anche quelle piccole o di seconda qualità).
Lavori. Sia pure impercettibilmente, le ore di luce giornaliere aumentano e le cavalle precorrono l’arrivo della primavera manifestando i primi calori dell’annata, purchè possano beneficiare del ciclo naturale giornaliero di luce solare. Al contrario, le fattrici che vivono esclusivamente o quasi in scuderia possono ritardare anche di mesi l’entrata in calore e far perdere così del tempo prezioso nel caso le si voglia ingravidare; in questi casi occorre aumentare l’esposizione giornaliera alla luce facendole uscire all’aperto il più possibile (soprattutto al mattino presto) o, in alternativa, aumentare gradatamente dall’inizio di gennaio le ore di luce artificiale in scuderia (sempre al mattino). 
Ricordate che i puledri che si avviano verso i due anni di età maturano sessualmente e che quindi vanno separati in base al sesso. Gli stalloni vanno nutriti con razioni generose per portarli all’inizio della stagione riproduttiva in piena forma, non trascurando di tenerli anche fisicamente in esercizio con un poco di movimento quotidiano.
A chi usa il cavallo per lavoro o per diporto si raccomanda di fare molta attenzione al suolo gelato durante le uscite: i ferri muniti di ramponi (nel disegno) sono consigliabili quando si procede su neve o ghiaccio, dove è necessario cavalcare al passo senza tentare bravate.
Come ultima accortezza provvedete sempre a liberare tempestivamente dai finimenti i cavalli dopo il lavoro, strigliandoli subito e portandoli al coperto onde evitare che il sudore geli loro addosso.


Per favorire la comparsa dei calori nelle cavalle tenute in stalla occorre aumentare l’esposizione giornaliera alla luce facendole uscire all’aperto il più possibile (soprattutto al mattino presto) o, in alternativa, aumentare gradatamente dall’inizio di gennaio le ore di luce artificiale in scuderia (sempre al mattino)

Interventi sanitari. Chi possiede stalloni da adibire alla riproduzione deve obbligatoriamente rivolgersi al servizio veterinario dell’Azienda sanitaria locale per procedere ai test sanitari necessari al fine di escludere che il cavallo sia portatore di specifiche malattie infettive e possa così ottenere il permesso di esercitare le sue funzioni riproduttive. Anche le fattrici da ingravidare andrebbero sottoposte a visita veterinaria onde accertare il loro stato di salute, con particolare attenzione per l’apparato genitale che a volte presenta problemi lievi o inapparenti, tali però da impedire la fecondazione o l’attecchimento embrionale. Le fattrici gravide non hanno in questo periodo bisogno di interventi sanitari particolari, ma devono fare regolare esercizio fisico uscendo all’aperto ogni volta che è possibile.

Cani, gatti, canarini, pappagalli e piccoli esotici
in gennaio e febbraio

Proteggete con un cappottino durante le uscite i cani a pelo raso cuccioli o anziani abituati a vivere in casa, per evitare malanni da raffreddamento (vedi disegno qui sotto) I cani che vivono all’aperto non vanno tosati e pure il bagno è sconsigliato, perché lo shampoo asporta lo strato di grasso che impermeabilizza naturalmente il pelo impedendo a pioggia e neve di arrivare fino alla pelle; se un lavaggio si rende necessario per ragioni igieniche, occorre procedere poi a un’accurata e completa asciugatura con il phon.
Offrite razioni abbondanti e pasti caldi ai cani collocati all’aperto, ispezionando regolarmente le loro cucce per controllare che siano asciutte e pulite.
Se vi capita di fare una gita sulla neve con il cane non lasciate che la mangi a volontà (come spesso fanno i cuccioli con entusiasmo) perché andrà incontro a dolorose coliche. I cuscinetti delle zampe, infine, possono rovinarsi ed escoriarsi anche seriamente a contatto con il ghiaccio e con il sale sparso appositamente sulle strade: in tali casi si dovrà procedere ad applicare sui cuscinetti doloranti, un paio di volte al giorno, una crema cicatrizzante e disinfettante su consiglio del veterinario (ad esempio Elastopad), senza fasciare le zampe ma evitando che il cane si lecchi per almeno 10 minuti dopo l’applicazione del medicamento.

In questi mesi si verifica di regola la ripresa della stagione dei calori e i gatti non sterilizzati (in particolare i maschi) tendono a vagabondare e ad allontanarsi da casa in cerca di avventure. Ciò comporta per loro un maggior rischio di infortuni e la possibilità di contrarre malattie infettive dai loro simili.
L’evenienza più frequente è tuttavia l’infezione da morso o graffio conseguenti alle zuffe, che si concretizza in un ascesso con una raccolta di pus assai dolorante, localizzato il più delle volte a livello del muso (guance - vedi disegno) del capo o alla base della coda. Di regola l’ascesso dopo pochi giorni scoppia da solo facendo fuoriuscire il suo contenuto purulento e dando sollievo all’animale, ma se non si ricorre a una terapia antibiotica generale e alla accurata disinfezione locale, dopo poco la lesione si richiude ma si riforma immediatamente un nuovo ascesso sottostante.
In caso di ferite o di gonfiori doloranti consultate quindi subito il veterinario per fornire al gatto le cure più appropriate.

In questi due mesi all’ordine del giorno ci sono i preparativi per le imminenti cove dei canarini, che consistono nella scelta dei partner che formeranno le coppie e nella preparazione delle attrezzature adatte (nidi, portanidi e materiale da imbottitura). Per quanto riguarda il primo punto consiglio di evitare l’accoppiamento in consanguineità e di scegliere eventuali soggetti da acquistare in perfetta salute e possibilmente giovani: se portano alla zampa un anellino Foi (Federazione ornicoltori italiani) di riconoscimento vi è inciso l’anno di nascita. La preparazione delle attrezzature per la cova deve consistere nella perfetta pulizia e disinfezione mediante adatti prodotti per uso zootecnico (ad esempio Steramina): i nidi troppo sporchi e malridotti vanno senz’altro eliminati e il materiale da imbottitura deve esser assolutamente nuovo (fili di lana e di iuta vanno benissimo, ma vi sono in commercio anche apposite confezioni di materiale da nido). Non sono consigliabili trattamenti farmacologici pre-cova se non vi sono malattie specifiche in atto, perché la cura delle condizioni igieniche di regola basta da sola a garantire una felice riuscita delle covate quando si parte con riproduttori sani.

Per quanto riguarda i pappagalli tenuti al riparo, è già tempo di fornire alle coppie che manifestano propensione alla cova le cassette nido (vedi foto). Ai soggetti mantenuti in voliere all’aperto assicurate invece un’alimentazione energetica (con pastoncino all’uovo, se gradito) per consentire loro di superare nel migliore dei modi il freddo di questi mesi; allo stesso scopo controllate che i ripari predisposti all’inizio della stagione invernale siano ancora integri ed eventualmente provvedete a riparare o sostituire quelli rovinati con il becco dagli uccelli.

I piccoli esotici (diamanti mandarini, passeri del giappone, bengalini e altri) originari in genere dei Paesi caldi, vanno senz’altro mantenuti al riparo dal freddo (l’ideale è un locale nel quale la temperatura si mantenga al di sopra dei 15° centigradi). Evitate anche di portare all’aperto le gabbie di questi graziosi uccellini (anche nelle giornate di sole) in quanto le inevitabili correnti d’aria fredda risulterebbero per loro deleterie. Un colpo di freddo produce quasi sempre gravi malanni respiratori che mettono in serio pericolo la sopravvivenza di volatili così piccoli e delicati.


A cura di:
Maurizio Arduin (Il pascolo degli avicoli - Lavori Pollaio - Colombaia - Conigliera - Porcilaia - Interventi sanitari Porcilaia); Roberto e Delia Di Natale (Lavori e Interventi sanitari Capre - Pecore); Daniela Perniceni (Lavori Cavalli - Interventi sanitari Cavalli - Pollaio - Colombaia - Conigliera - Lavori Cani - Gatti - Canarini).

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