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Il futuro dell'agricoltura italiana è nelle mani
dei consumatori |
Forum internazionale della Coldiretti a Cernobbio
Nessun paracadute protezionistico per l’agricoltura europea e sul
fronte dei sostegni finanziari è sempre più pressante l’esigenza di
legittimazione agli occhi dei consumatori. Il sistema agricolo italiano deve
preparsi al mercato globale diventando più imprenditoriale
Lavoriamo per dare slancio al made in Italy come sistema
costituito da parte agricola e agroindustriale». Questa affermazione del
presidente di Coldiretti, Paolo Bedoni, riassume lo spirito del «Forum
internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione» svoltosi a Cernobbio
gli scorsi 20 e 21 ottobre.
Un «laboratorio» dove agricoltori e istituzioni si sono confrontati con
l’obiettivo di capire quale direzione stanno prendendo le politiche
comunitarie. Ma soprattutto come il «sistema Italia» può inserirsi con
successo nella competizione internazionale. E da quanto è emerso durante la
due giorni, Coldiretti ha anticipato tutti nell’interpretare «l’europeo
pensiero». Puntando sulla comunicazione ai consumatori, sulla qualità e la
certificazione d’origine dei prodotti, sul made in Italy.
A confermarlo le dichiarazioni del commissario all’agricoltura Mariann
Fischer Boel, intrattenutasi a Cernobbio per i lavori del Forum. Il
commissario infatti vede nella qualità l’unica arma nelle mani degli
agricoltori europei (vedi pagina 9).
Poiché Bruxelles non farà sconti a nessuno «bisogna prepararsi – ha
affermato – ad affrontare un mercato sempre più globalizzato e competitivo».
Da parte Ue non c’è da aspettarsi nessun paracadute protezionistico e anche
sul fronte dei sostegni finanziari all’agricoltura il Commissario è stato
chiaro: «È necessario legittimare gli aiuti agli agricoltori agli occhi
della pubblica opinione per poter affrontare gli attacchi al bilancio
agricolo Ue».
Chi ha seguito i lavori ha certamente notato più di un’assonanza tra le
affermazioni del commissario e quelle del presidente Coldiretti. «Se non ci
sbrighiamo a dare centralità e impulso all’impresa in agricoltura, il made
in Italy alimentare – ha dichiarato Bedoni – ha ben poche probabilità di
reggere l’impatto di una concorrenza internazionale sempre più agguerrita».
Coldiretti ci sta provando da sempre, sostenendo la riforma Fischler e la
scelta del disaccoppiamento totale perché orienta l’azienda agricola a
confrontarsi con il mercato e a diventare impresa. Ma anche «cercando
incessantemente – ha stigmatizzato Bedoni – la legittimazione delle nostre
proposte con il cittadino–consumatore».
Consumatori al centro
Così anche quest’anno Coldiretti ha deciso di aprire la manifestazione con
l’indagine su «Le opinioni degli italiani sull’alimentazione». La tendenza
emersa evidenzia un aumento dei consumatori abituali di prodotti di origine
controllata, passati al 20%. Stessa dinamica per gli alimenti ogm free: il
30% dei consumatori italiani dichiara di acquistarli regolarmente. Solo il
2% invece mette nel carrello alimenti con organismi geneticamente
modificati.
Per oltre il 90% degli italiani dovrebbe essere sempre indicato il luogo di
allevamento degli animali le cui carni sono messe in commercio o la
coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti e l’80% si sente più
sicuro se la provenienza è nazionale. Percentuali in rapido aumento, segno
di una crescente attenzione verso la qualità dei cibi a tutto tondo.
Un apprezzamento potenzialmente riconosciuto pure nel prezzo. Il 49% degli
intervistati, rispetto al 40% di soli due anni fa, afferma di essere
disposto a spendere di più pur di mettere nella dispensa prodotti italiani.
Le urgenze di Coldiretti
Dal mercato e dai consumatori arrivano tanti segnali positivi, ma ora tocca
alle istituzioni. Su questo Bedoni è stato chiaro e ha interpellato sia le
amministrazioni nazionali, Ministero dell’agricoltura e Regioni, sia il
commissario europeo. Ha lamentato lentezza nell’applicazione definitiva
della riforma della pac del 2003 da parte del Mipaaf e nella qualificazione
della spesa per i Piani di sviluppo rurale. Si tratta di 8,5 miliardi di
euro, un cachet di tutto rispetto. Forse l’ultimo così consistente per il
nostro Paese. Le Regioni devono fare presto, non possiamo compromettere
questa occasione perché le Regioni non trovano un accordo nella spartizioni
delle risorse. La scadenza del 31 ottobre è imminente. Il ministro
dell’agricoltura Paolo De Castro, rimasto a Cernobbio per tutta la durata
del Forum, rassicura «se le Regioni non decidono – afferma – qualcuno
deciderà per loro».
Bedoni apre altri fronti. La mancata ripresa dei lavori del Tavolo
agroalimentare, unica sede, secondo il presidente Coldiretti, dove poter
mettere a punto contratti di filiera degni di questo nome. «Gli accordi
presi fuori dalla contrattazione del Tavolo – ha affermato Bedoni – spesso
nascondono interessi corporativi».
A Mariann Fischer Boel Bedoni ha chiesto invece di continuare
nell’applicazione della riforma e una maggiore semplificazione.
Iniziative già nell’agenda del commissario, che insiste sulla necessità di
armonizzare la riforvma Fischler, adottata in modi troppo diversi tra i vari
Paesi. Sul piano tecnico si prefigura la scelta del disaccoppiamento totale
a tutte le colture in ogni Stato membro; l’introduzione di un tetto per i
premi percepiti dalle aziende e una modulazione obbligatoria degli stessi,
magari portata al 20% e più orientata allo sviluppo rurale.
Tanto lavoro fatto
A livello nazionale già molto è stato fatto e la Finanziaria «contiene
interessanti provvedimenti – ha dichiarato De Castro – per l’agricoltura».
«È una Finanziaria che non aumenta gli oneri contributivi per l’agricoltura,
esenta le aziende agricole dalle imposte di successione, stabilisce una
detrazione d’imposta per le spese di promozione all’estero dei marchi
nazionali». E ancora «aiuta la multifunzionalità aprendo la possibilità di
incarichi diretti agli agricoltori da parte delle amministrazioni pubbliche,
favorisce la vendita diretta dei prodotti aziendali, stabilisce una nuova
regolamentazione delle società agricole e prevede importanti novità per le
filiere agroenergetiche (vedi pag. 41)». «Siamo convinti – ha detto il
ministro – che la qualità sia un prerequisito, ora ci vuole una efficiente
organizzazione per portare i prodotti italiani all’estero». Bedoni ha chiuso
la manifestazione con una battuta: «vigileremo».
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