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L'Informatore Agrario

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Approfondimento

   
41
 27 Ott.-2 Nov.

  2006
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Attualità PRIMA PAGINA

Il futuro dell'agricoltura italiana è nelle mani dei consumatori

Forum internazionale della Coldiretti a Cernobbio

Nessun paracadute protezionistico per l’agricoltura europea e sul fronte dei sostegni finanziari è sempre più pressante l’esigenza di legittimazione agli occhi dei consumatori. Il sistema agricolo italiano deve preparsi al mercato globale diventando più imprenditoriale

Lavoriamo per dare slancio al made in Italy come sistema costituito da parte agricola e agroindustriale». Questa affermazione del presidente di Coldiretti, Paolo Bedoni, riassume lo spirito del «Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione» svoltosi a Cernobbio gli scorsi 20 e 21 ottobre.
Un «laboratorio» dove agricoltori e istituzioni si sono confrontati con l’obiettivo di capire quale direzione stanno prendendo le politiche comunitarie. Ma soprattutto come il «sistema Italia» può inserirsi con successo nella competizione internazionale. E da quanto è emerso durante la due giorni, Coldiretti ha anticipato tutti nell’interpretare «l’europeo pensiero». Puntando sulla comunicazione ai consumatori, sulla qualità e la certificazione d’origine dei prodotti, sul made in Italy.
A confermarlo le dichiarazioni del commissario all’agricoltura Mariann Fischer Boel, intrattenutasi a Cernobbio per i lavori del Forum. Il commissario infatti vede nella qualità l’unica arma nelle mani degli agricoltori europei (vedi pagina 9).
Poiché Bruxelles non farà sconti a nessuno «bisogna prepararsi – ha affermato – ad affrontare un mercato sempre più globalizzato e competitivo».
Da parte Ue non c’è da aspettarsi nessun paracadute protezionistico e anche sul fronte dei sostegni finanziari all’agricoltura il Commissario è stato chiaro: «È necessario legittimare gli aiuti agli agricoltori agli occhi della pubblica opinione per poter affrontare gli attacchi al bilancio agricolo Ue».
Chi ha seguito i lavori ha certamente notato più di un’assonanza tra le affermazioni del commissario e quelle del presidente Coldiretti. «Se non ci sbrighiamo a dare centralità e impulso all’impresa in agricoltura, il made in Italy alimentare – ha dichiarato Bedoni – ha ben poche probabilità di reggere l’impatto di una concorrenza internazionale sempre più agguerrita».
Coldiretti ci sta provando da sempre, sostenendo la riforma Fischler e la scelta del disaccoppiamento totale perché orienta l’azienda agricola a confrontarsi con il mercato e a diventare impresa. Ma anche «cercando incessantemente – ha stigmatizzato Bedoni – la legittimazione delle nostre proposte con il cittadino–consumatore».
Consumatori al centro
Così anche quest’anno Coldiretti ha deciso di aprire la manifestazione con l’indagine su «Le opinioni degli italiani sull’alimentazione». La tendenza emersa evidenzia un aumento dei consumatori abituali di prodotti di origine controllata, passati al 20%. Stessa dinamica per gli alimenti ogm free: il 30% dei consumatori italiani dichiara di acquistarli regolarmente. Solo il 2% invece mette nel carrello alimenti con organismi geneticamente modificati.
Per oltre il 90% degli italiani dovrebbe essere sempre indicato il luogo di allevamento degli animali le cui carni sono messe in commercio o la coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti e l’80% si sente più sicuro se la provenienza è nazionale. Percentuali in rapido aumento, segno di una crescente attenzione verso la qualità dei cibi a tutto tondo.
Un apprezzamento potenzialmente riconosciuto pure nel prezzo. Il 49% degli intervistati, rispetto al 40% di soli due anni fa, afferma di essere disposto a spendere di più pur di mettere nella dispensa prodotti italiani.
Le urgenze di Coldiretti
Dal mercato e dai consumatori arrivano tanti segnali positivi, ma ora tocca alle istituzioni. Su questo Bedoni è stato chiaro e ha interpellato sia le amministrazioni nazionali, Ministero dell’agricoltura e Regioni, sia il commissario europeo. Ha lamentato lentezza nell’applicazione definitiva della riforma della pac del 2003 da parte del Mipaaf e nella qualificazione della spesa per i Piani di sviluppo rurale. Si tratta di 8,5 miliardi di euro, un cachet di tutto rispetto. Forse l’ultimo così consistente per il nostro Paese. Le Regioni devono fare presto, non possiamo compromettere questa occasione perché le Regioni non trovano un accordo nella spartizioni delle risorse. La scadenza del 31 ottobre è imminente. Il ministro dell’agricoltura Paolo De Castro, rimasto a Cernobbio per tutta la durata del Forum, rassicura «se le Regioni non decidono – afferma – qualcuno deciderà per loro».
Bedoni apre altri fronti. La mancata ripresa dei lavori del Tavolo agroalimentare, unica sede, secondo il presidente Coldiretti, dove poter mettere a punto contratti di filiera degni di questo nome. «Gli accordi presi fuori dalla contrattazione del Tavolo – ha affermato Bedoni – spesso nascondono interessi corporativi».
A Mariann Fischer Boel Bedoni ha chiesto invece di continuare nell’applicazione della riforma e una maggiore semplificazione.
Iniziative già nell’agenda del commissario, che insiste sulla necessità di armonizzare la riforvma Fischler, adottata in modi troppo diversi tra i vari Paesi. Sul piano tecnico si prefigura la scelta del disaccoppiamento totale a tutte le colture in ogni Stato membro; l’introduzione di un tetto per i premi percepiti dalle aziende e una modulazione obbligatoria degli stessi, magari portata al 20% e più orientata allo sviluppo rurale.
Tanto lavoro fatto
A livello nazionale già molto è stato fatto e la Finanziaria «contiene interessanti provvedimenti – ha dichiarato De Castro – per l’agricoltura».
«È una Finanziaria che non aumenta gli oneri contributivi per l’agricoltura, esenta le aziende agricole dalle imposte di successione, stabilisce una detrazione d’imposta per le spese di promozione all’estero dei marchi nazionali». E ancora «aiuta la multifunzionalità aprendo la possibilità di incarichi diretti agli agricoltori da parte delle amministrazioni pubbliche, favorisce la vendita diretta dei prodotti aziendali, stabilisce una nuova regolamentazione delle società agricole e prevede importanti novità per le filiere agroenergetiche (vedi pag. 41)». «Siamo convinti – ha detto il ministro – che la qualità sia un prerequisito, ora ci vuole una efficiente organizzazione per portare i prodotti italiani all’estero». Bedoni ha chiuso la manifestazione con una battuta: «vigileremo».
 

Sommario rivista

Antonio Boschetti



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