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Il ritorno di De Castro |
Sarà titolare del ministero di via XX Settembre nel
governo Prodi
Il ministro delle politiche agricole del nuovo Governo si
propone, come primo intervento,
di dare maggiore rilievo
al comparto agroalimentare,
un impegno reso evidente già
nel nome del nuovo Dicastero
Paolo De Castro è stato nominato ministro delle politiche
agricole, incarico già ricoperto tra l’ottobre 1998 e il marzo 2000 nei
Governi guidati da Massimo D’Alema, che tuttora è uno dei suoi più concreti
sostenitori. Con il ritorno al Governo è stata premiata non solo la sua
indubbia professionalità, ma anche la sua non comune tenacia.
Di origini liberali, molto vicino al premier Romano
Prodi, di cui è stato consigliere agricolo ai tempi del primo Governo
guidato dal professore (1996-98) e numero due nella società Nomisma di cui
poi è diventato presidente, De Castro è stato eletto deputato in Puglia
nelle liste dell’Ulivo nelle elezioni del 9 e 10 aprile.
La sua vocazione europeista è consolidata e a lui si
debbono, nel recente passato, alcune importanti riflessioni sulla funzione
della politica agricola comune e sulla necessità di una sua profonda
rilettura. Elaborazioni non completamente invise neppure a settori del
Centro-destra, che hanno portato De Castro ad avere una parte significativa
nella revisione di medio termine della pac.
Uomo certamente incline a curare con grande precisione la
vasta rete di relazioni personali, De Castro è però anche uomo della
concertazione, metodo che proprio il Governo D’Alema rese non estemporaneo
con un apposito decreto. Fu una fase importante per il Tavolo agroalimentare
che tutt’ora è in auge se anche la Confindustria (sostenitrice di De Castro
all’agricoltura) ne loda il ruolo.
Le prime questioni che De Castro dovrà affrontare sono
quelle comunitarie. Gli toccherà rendere esplicita la posizione italiana in
ambito europeo. Un ambito che il suo predecessore Gianni Alemanno ha
piuttosto trascurato.
Sul piano interno il neoministro dovrà affrontare tutti i
problemi relativi all’applicazione delle nuove ocm, scaturite dalla riforma
della pac, oltre naturalmente alla gestione della riforma complessiva. In
prospettiva, però, c’è già la preparazione della revisione di medio termine
della pac che cade nel 2008. Vanno cercate le necessarie alleanze per far sì
che all’agricoltura arrivino nuove risorse attraverso le misure per la
ecocompatibilità.
Più a breve il neoministro avrà, tra i suoi compiti,
quello di ragionare in modo sistematico e costruttivo con le Regioni circa i
nuovi piani di sviluppo rurale, inquadrando questa delicata questione nella
sua dimensione europea. Last but not least c’è il discorso relativo
alle filiere, avviato da Alemanno e sul quale De Castro è molto sensibile.
Il curriculum del ministro
Paolo De Castro è professore ordinario di politica
agraria presso la Facoltà di medicina veterinaria dell’Università di
Bologna. Si è laureato con 110 e lode in scienze agrarie presso la stessa
Università nel 1980, è coniugato ed è padre di due figli. È presidente della
Fondazione Qualivita e direttore responsabile della rivista
Pagri-Politica agricola internazionale edita da Edizioni L’Informatore
Agrario.
Oltre ai già citati incarichi di ministro, da gennaio
2001 fino a maggio 2004 ha presieduto l’istituto bolognese di studi
economici Nomisma.
Da giugno 2000 a dicembre 2005 è stato presidente della
società di servizi di Confcooperative Elabora.
Dal 1996 al 1998 è stato consigliere economico del
presidente del Consiglio Romano Prodi, e consigliere economico del ministro
delle risorse agricole Michele Pinto. Dal
1° giugno al 31 dicembre 2000 è stato nominato consigliere speciale del
presidente della Commissione europea.
Le aree di ricerca di cui si è maggiormente occupato
sono: la cooperazione agricola nei Paesi Ue; la politica agricola
comunitaria; la dinamica delle strutture agricole; l’applicazione
dell’informatica in agricoltura; gli strumenti d’analisi dell’azienda
agraria; gli studi di filiera su ortofrutta, vino, olio, pasta e conserve
vegetali; le industrie agroalimentari con particolare riferimento al
Mezzogiorno d’Italia; gli studi comparati di politica agraria in Europa.
È coordinatore scientifico del Centre international des hautes etudes
agronomiques mediterranéens (Ciheam) di Parigi, e direttore scientifico di
Genio Rurale: rivista di scienza dell’estimo e del territorio di
Edagricole.
Il Ministero cambia nome |
Raggiunto telefonicamente, Paolo De Castro ci ha
innanzitutto dichiarato che il nuovo Ministero si occuperà non solo di
agricoltura e foreste, ma anche di alimentazione. «Il nuovo Ministero –
ha detto De Castro – si chiamerà, infatti Ministero per le politiche
agricole, alimentari e forestali.
Il cambio del nome risponde a un preciso disegno
economico e politico per valorizzare l’intera filiera italiana che parte dal
territorio, e attraverso l’agricoltura procede sino ai prodotti alimentari
di qualità che caratterizzano lo stile di vita italiano e che sostengono le
nostre esportazioni».
Avremo occasione di approfondire con il ministro questo suo
progetto. |
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