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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
03
16 - 22 Gen.

  2004
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LEGISLAZIONE
Scelte importanti per il bromuro di metile

Settore ortoflorovivaistico in apprensione

Entro il 31 gennaio il Ministero dell’ambiente deve giungere sia a una posizione in vista dell’incontro di Montreal per gli usi critici 2005, sia procedere all’individuazione degli usi critici 2006

A causa della non immediata sostituibilità del bromuro di metile (bm) per molte produzioni agricole, l’Unione Europea, con il regolamento n. 2037/2000/Ce, sulla base delle decisioni assunte dal Protocollo di Montreal (accordo internazionale diretto a limitare le emissioni in atmosfera delle sostanze ritenute responsabili della distruzione della fascia di ozono atmosferico), ha previsto la possibilità di derogare al divieto d’uso di bm nel 2005 nei seguenti casi:
-
per gli usi critici (situazioni dove è dimostrata l’inapplicabilità tecnica ed economica delle alternative al bm);
-
per le emergenze (20 t/anno per un periodo non superiore a 120 giorni, in caso di esplosioni epidemiche).
Per quanto riguarda il primo aspetto, come previsto dalla tempistica per la presentazione delle domande, l’Italia (a tal fine il Ministero dell’ambiente ha istituito un gruppo di lavoro che ha visto la partecipazione del Ministero della salute, del Ministero delle politiche agricole, nonché delle organizzazioni agricole, industriali e delle imprese di fumigazione) ha presentato, in data 31-1-2003, al Teap (Tecnology and Economic Assessment Panel) le richieste di bromuro di metile per uso critico per l’anno 2005. Come riportato in tabella 1, l’Italia, per la fumigazione del suolo, ha indicato una prima richiesta di esenzione di 2.840 t di bm, ovvero il 37,8% dei quantitativi utilizzati nel 1995 (7.496 t) e il 79,1% di quelli utilizzati nel 2001 (3.588 t) per le seguenti colture: fragola (frutti+vivai), peperone, pomodoro, melone, melanzana e colture ornamentali (gli usi critici sugli zucchini non sono stati presi in considerazione dagli esperti per la presenza di valide alternative quali, ad esempio, la solarizzazione).
Il Teap, dopo essersi espresso sulle richieste per usi critici in un rapporto del maggio 2003, ha chiesto alle parti di rivedere tutte le richieste fornendo ulteriori informazioni, al fine di poter predisporre, entro il settembre 2003, un report supplementare e definitivo da presentare, come base negoziale, alla 15a riunione delle parti di Nairobi (10-14 novembre 2003).
Per quanto riguarda l’Italia, l’Organismo tecnico ha segnalato l’esigenza di diminuire i quantitativi su alcune colture, su altre, come per il pomodoro, la necessità di disporre di maggiori informazioni.
In particolare, la richiesta del Teap di modifica dei quantitativi presentati dall’Italia si è basata sulle seguenti considerazioni:
-
fino al 31-12-2004 c’è la possibilità di migliorare le alternative chimiche recentemente registrate (1,3-dicloropropene e cloropicrina);
-
l’uso delle plastiche vif (very impermeable film) dovrebbe portare a una ulteriore diminuzione delle quantità raccomandate;
-
stesse considerazioni in relazione all’adozione di formulazioni bm-cloropicrina che potrebbero essere registrate entro il 2005;
-
per la melanzana, il melone e le ornamentali, la possibilità di aumentare le superfici coltivate con l’impiego di substrati;
-
per il peperone e la fragola, la disponibilità di alternative di vario tipo.
A seguito di tale intervento il Ministero dell’ambiente, coadiuvato dal gruppo di lavoro, ha riformulato la domanda con particolare riferimento alla possibilità di impiego di alcune alternative chimiche, tra cui l’1,3-dicloropropene e la cloropicrina. Le altre osservazioni del Teap non sono state prese in considerazione in quanto in Italia non è stata ancora presentata una richiesta di registrazione di prodotti contenenti miscele di cloropicrina e di bromuro di metile (in alcuni preparati attualmente registrati in Italia la cloropicrina è presente in miscela con il bm al 2%, esclusivamente con funzione «odorizzante»); le plastiche vif sono già utilizzate; alcune alternative, come l’impiego di substrati, si stanno sviluppando lentamente a causa dei costi elevati di gestione, nonché per alcuni problemi ambientali (smaltimento dei substrati, ecc.).
La richiesta di usi critici è stata, quindi, ridotta a 2.490 t, ovvero del 33% dei quantitativi impiegati nel 1995 (7.496 t) e del 70% di quelli utilizzati nel 2001 (3.588 t). 
Ciò nonostante nell’ambito della riunione di Nairobi, nel rapporto introduttivo dell’incontro delle parti, all’Italia è stata attribuita una richiesta come usi critici di 2.250 t (tabella 2), probabilmente scaturita da un’ulteriore contrattazione in sede di valutazione delle domande.
Oltre alla diminuzione dei quantitativi, va sottolineato che l’Italia, nonostante le dettagliate osservazioni pervenute al Teap, ha visto classificarsi l’85% degli usi critici come noted (usi per i quali è evidenziata la disponibilità di alternative); il che significa che una gran parte dei quantitativi richiesti dall’Italia è sotto osservazione, quindi a rischio.
Anche a causa della posizione rigorosa della delegazione degli Usa, che aveva il mandato di difendere gli usi critici richiesti (9.921 t pari al 39% della baseline del 1995), con pochi spazi di trattativa (da sottolineare che negli anni Novanta gli Stati Uniti erano stati tra i più rigorosi sostenitori dell’eliminazione del bromuro di metile), il negoziato si è concluso con un nulla di fatto. Pertanto, la negoziazione è stata rimandata alla riunione straordinaria fissata a Montreal per il prossimo 19 marzo. 
Per tale sessione è previsto un nuovo rapporto del Teap, che alla luce di ulteriori informazioni fornite dalle parti riformulerà le sue raccomandazioni riclassificando le quantità noted in recommended (usi raccomandati dal Teap) e not recommended (usi non raccomandati dal Teap).
Entro il prossimo 31 gennaio, quindi, si dovrà affrontare una serie di questioni particolarmente delicate sia in relazione all’incontro di Montreal, per giungere a una definizione degli usi critici 2005, sia perché occorrerà procedere all’individuazione degli usi critici 2006.
Per quanto riguarda gli usi critici 2005, si dovrà puntare in modo risoluto a non far fallire il prossimo vertice, con l’obiettivo di raggiungere un compromesso equilibrato (per l’Italia andrebbero confermati quanto meno gli usi critici richiesti, cioè 2.250 t). Un eventuale fallimento del Protocollo di Montreal potrebbe avere effetti molto negativi sia in relazione all’obiettivo di difendere la fascia di ozono atmosferico, sia per la produzione ortoflorovivaistica del nostro Paese, visto che l’Unione Europea, sotto la spinta dei Paesi del Centro-nord, sicuramente conformerebbe la linea restrittiva sul bromuro di metile, a fronte di una maggiore elasticità che potrebbe essere concessa da alcuni Paesi sviluppati, tra cui gli Stati Uniti, ai propri agricoltori.
Lo slittamento dei tempi di approvazione degli usi critici per il 2005 comporta anche qualche difficoltà nella definizione degli usi critici per il 2006. Poiché la domanda dovrà essere presentata comunque entro gennaio 2004, a questo punto, non si potrà che confermare la stessa richiesta presentata per il 2005. Del resto, solo una verifica degli usi critici richiesti effettuata su più anni permetterà di verificare la possibilità di ulteriori diminuzioni dell’impiego di bromuro di metile, anche a fronte di una maggiore diffusione delle diverse alternative.
Anche per gli aspetti normativi potrebbero, a breve, scaturire rilevanti novità. In relazione agli usi critici il Ministero dell’ambiente dovrebbe predisporre uno specifico provvedimento diretto a regolamentarne l’utilizzo (soglia di impiego, colture-impieghi, autorizzazioni, controlli, metodologia di assegnazione delle quote, questione particolarmente delicata al fine di permettere una corretta distribuzione del bm in tutto il territorio nazionale, in base agli effettivi fabbisogni colturali, e una disponibilità del prodotto da gennaio fino a dicembre nel rispetto delle diverse esigenze stagionali).
In tale ambito potrebbe essere opportuno procedere anche a una modifica dell’ordinanza del Ministero della sanità del 16-6-1994, al fine di uniformare le disposizioni sull’impiego in materia ambientale e sanitaria e semplificare gli adempimenti per gli agricoltori, visto che la normativa internazionale ed europea in materia è già notevolmente restrittiva. In particolare, potrebbero essere riesaminate alcune indicazioni dell’ordinanza quali l’utilizzo ad anni alterni del bromuro di metile sullo stesso terreno, le distanze dai fabbricati (distanza minima dalla superficie trattata maggiore di 50 m), anche alla luce dell’utilizzo delle plastiche vif.
È evidente però che il problema della riduzione della fascia di ozono non può essere risolto esclusivamente attraverso l’individuazione degli usi critici. Né la loro definizione deve rallentare lo sforzo di tutte le parti interessate per individuare nuove alternative al bromuro di metile, per perfezionare quelle esistenti, in modo da permettere nei prossimi anni ulteriori diminuzioni di impiego. 
In questa direzione occorre perseguire una serie di obiettivi: 
n sviluppo di sistemi alternativi per la disinfestazione del terreno validi sotto il profilo: agronomico (ad esempio applicabili nelle diverse condizioni ambientali e colturali); ambientale (nello sviluppo delle alternative al bromuro di metile, al fine di evitare gli stessi errori fatti in passato, occorrerà tener conto dei problemi legati all’impatto ambientale, ma anche di quelli legati alla salute e alla sicurezza degli operatori e alla qualità delle produzioni); economico (le alternative al bromuro di metile devono essere in grado di mantenere la competitività economica delle colture mediterranee in serra);
- divulgazione delle strategie di disinfestazione del terreno più innovative, più valide ed economicamente sostenibili, attraverso stretti rapporti di collaborazione con tecnici, fumigatori e agricoltori;
- istituzione di una task force per coordinare l’attività dell’Italia sugli usi critici, come proposto dal Ministero dell’ambiente (è indispensabile razionalizzare il coordinamento sui problemi connessi all’impiego del bromuro di metile come uso critico e allo sviluppo di alternative, sia delle amministrazioni competenti, a livello nazionale e regionale, sia delle attività di ricerca, formazione e divulgazione);
- adozione di procedure di urgenza nell’iter di registrazione di nuove sostanze fumiganti del terreno, nonché necessità di seguire con attenzione la revisione dei prodotti fitosanitari a livello europeo, al fine di evitare che nei prossimi anni diminuisca ulteriormente il numero di sostanze utilizzabili nella disinfestazione del terreno (in tabella 3 un quadro della tempistica di revisione).


Sommario rivista Donato Rotundo
E-mail: d.rotundo@informatoreagrario.it


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