1945-1995:
Il Cinquantenario delle Edizioni L'Informatore Agrario
L'Informatore
Agrario nacque nel 1945 sotto forma di bollettino informativo
dello studio professionale di un agronomo.
Qui si racconta la
storia dei modi con cui da una partenza senza ambizioni si
pervenne, nellarco di 15-20 anni, alla posizione di primato
nazionale nel campo dei periodici agricoli, che sino ad allora
era detenuto dai settimanali delle massime organizzazioni
dellagricoltura.
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Fine
aprile 1945. La guerra è appena finita, Verona è ingombra di
macerie. Sono laureato in scienze agrarie, ma senza soldi, con
famiglia a carico, senza impiego, avendo perso durante la
guerra il mio posto di lavoro a Bolzano.
Già dal mese di maggio ho aperto un ufficio di consulenza
agraria in una piccola stanza che un amico di famiglia, il
notaio Fedele Cavaliere, mi ha messo gratuitamente a
disposizione. Ma i clienti stentano a venire; per farmi un
po di propaganda in provincia, progetto di uscire con un
bollettino mensile.
Primi di ottobre 1945. Esce il primo numero de LInformatore
Agrario (foto sopra). Il lunedì successivo, giorno di
mercato in Verona, arriva nella mia stanza un uomo di
campagna: è il sig. Massimo Bonomo, un fittavolo della bassa
veronese che non conosco. Egli mi dice, in buon dialetto
veronese: «Ho ricevuto il primo numero, ho letto il suo
programma che mi soddisfa, desidero abbonarmi». Mi versa le
100 lire dellabbonamento e se ne va.
È un momento di grande emozione, ringrazio il Signore, siamo
dunque partiti: LInformatore Agrario ed io. Ma, al tempo
stesso, rifletto. Il sig. Bonomo, questuomo sconosciuto,
semplice e modesto, mi ha dato un orientamento, una lezione
severa, che mi accompagnerà per tutta la vita: ho pubblicato
un programma che lo ha soddisfatto e devo rispettarlo, ho dato
una parola e devo mantenerla. Egli mi ha pagato in anticipo,
non a lavoro compiuto come si fa con qualsiasi professionista
o prestatore dopera, ed io devo corrispondere alla fiducia
sua e a quella di tutti coloro che sottoscriveranno
labbonamento dopo di lui.
Un altro punto fermo di importanza fondamentale, che deriva
immediatamente dalla lezione datami dal primo abbonato,
riguarda lobiettività dei testi redazionali. Essi non
dovranno venire influenzati in alcun modo dalla pubblicità,
dalla politica, o da qualsiasi altra forza estranea agli
interessi dei lettori. È una influenza che vedo serpeggiare
nei testi di altra stampa che non vuole perdere un incasso
pubblicitario o un favore politico. La «purezza» dei nostri
articoli metterà talora il giornale in difficoltà
economiche, ma alla lunga ci premierà assicurandoci la
fiducia dei lettori ed accompagnerà tutta la vita de
LInformatore Agrario.
Parto così, bene, mi sembra. Un mensile di informazioni molto
utile in un periodo di grande confusione in tutti i campi;
parto sostenuto da principi morali che si sono saldamente
immedesimati in me, direttore responsabile, e con il placet
del capo dellIspettorato provinciale dellagricoltura di
Verona, Benvenuto Pecci, che mi assicura il suo appoggio
tecnico, in particolare attraverso il suo giovane funzionario
dott. agronomo Enrico De Leonardis, che ben presto ci lascerà,
investito da un autocarro militare il 25 agosto 1946.
Sono lontanissimo dal pensare ad una affermazione al di fuori
della mia provincia; cerco di guadagnare di più come
professionista per pagare le spese del giornale che nei primi
anni chiuderà in passivo; lavoro indefessamente al limite
delle forze. Quando al mattino presto corro in bicicletta
dalla campagna allufficio ho una gran paura di bucare una
gomma... perché, se arrivo in ritardo, come faccio a ultimare
il lavoro della giornata? Questo era il clima di quel periodo,
che ricordo con un fondo di nostalgia, perché gli italiani
allora erano tutti bravi, sorretti da rinnovati ideali
e dal desiderio di fare, di ricostruire, dopo una guerra tanto
umiliante e disastrosa.
Lavoro senza soste Mi impegno, dunque, senza soste, perché,
oltre al lavoro del mio studio professionale, svolgo tutto
quello relativo a LInformatore Agrario. Faccio il
direttore, il redattore, lamministratore, acquisisco la
pubblicità e gli abbonamenti. Con me, infatti, cè
soltanto una signorina, Clara Ugolini Fiorio, che ha imparato
a scrivere a macchina nel mio ufficio, che diventerà presto
bravissima e costituirà per anni una colonna della nostra
piccola organizzazione. A lei va il mio pensiero affettuoso,
riconoscente.
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LInformatore Agrario, al termine del suo primo anno di
vita, precisamente con il numero di novembre 1946, è divenuto
quindicinale e ciò comporta ulteriori impegni. Ma qual è il
bilancio del primo anno di vita, più precisamente
dallottobre 1945 al dicembre 1946? Lo trovo riportato nella
mia «amministrazione» di mezzo secolo fa:
Entrate
- Abbonamenti
n. 625 x lire 190 = lire 118.750 - arrotondate in lire
120.000
- Pubblicità lire 5.000 x 12 numeri = lire 60.000
- Totale lire 180.000
Uscite
- Spese vive di carta, tipografia e spedizione. Totale
lire 204.000
Il primo anno di vita de LInformatore Agrario, chiude
dunque con il passivo di lire 24.000 circa (senza tener conto
del mio lavoro, della signorina e delle altre spese che
vengono tutte caricate allufficio professionale).
La concorrenza lascia poche speranze
Si potrebbe pensare ad un bilancio fallimentare, ma io non
sono assolutamente di questa opinione, perché 625 abbonamenti
(qualcuno comincia a venire anche da province limitrofe) sono
un bel numero. Purtroppo nel frattempo sono usciti sulla «piazza»
il 1° dicembre 1945 LEco dei Campi, quindicinale
dellAssociazione agricoltori della provincia di Verona, e
il 1° gennaio 1946 Il Coltivatore Veronese, bollettino
mensile della Federazione provinciale coltivatori diretti di
Verona. Io ho cercato di convincere lallora direttore
dellAssociazione agricoltori, Carlo Vanzetti, di affidarsi
a LInformatore Agrario come giornale; ma le organizzazioni
sindacali avevano i loro interessi da difendere e hanno
considerato fin dallinizio LInformatore Agrario soltanto
un fastidioso concorrente, del quale comunque si
prevedeva a breve termine la cessazione delle pubblicazioni.
Aleggiava, infatti, intorno a me, anche fra gli amici, un
clima di sfiducia, specie quando dimostravo le prime velleità
extraprovinciali. Cosa poteva fare un modesto privato
squattrinato, senza attrezzature e senza sede, di fronte ai
settimanali editi dai due colossi dellagricoltura italiana:
il Giornale di Agricoltura della Federazione italiana dei
consorzi agrari e Mondo Agricolo della Confederazione italiana
degli agricoltori (la Confida di allora, divenuta
Confagricoltura dal 1949)?
In particolare il Giornale di Agricoltura, diretto allora da
un uomo molto autorevole il dr. Antonio Calzecchi Onesti
, che raccoglieva i consensi di tutta lItalia agricola
e che monopolizzava la collaborazione di tutti i migliori
studiosi e tecnici di allora, non lasciava spazio alcuno,
dominando il campo in modo assoluto.
...Ma noi laffrontiamo con la massima determinazione
Ed ora, a chi ha voglia di seguirmi, cercherò di spiegare
quello che è stato fatto per portare LInformatore Agrario,
in quindici-venti anni circa, al primo posto in Italia come
diffusione o, più precisamente, come numero di abbonati. Per
affrontare la concorrenza sul piano provinciale
LInformatore Agrario passò da mensile a quindicinale e
cominciò ad uscire con un foglio di notizie locali, il
Notiziario Veronese, con il quale si cercava di dare
informazioni indipendenti e più obiettive di quelle dei due
periodici sindacali, mentre nelledizione nazionale si curò
maggiormente la parte tecnica che detti periodici trattavano
in modo insufficiente.
Per quanto riguarda la stampa nazionale, appunto, osservavo in
essa poca modernità e scarsa praticità. In particolare il
Giornale di Agricoltura tendeva a trattare la tecnica in modo
teorico, poco aderente alle esigenze degli agricoltori,
trascurando le loro necessità operative diversamente dalla
stampa agraria della vicina Svizzera, o della Francia. Si
attardava in lunghe relazioni sui convegni, preoccupandosi di
soddisfare tutte le autorità intervenute con citazioni e
fotografie. Cercai, quindi, di immedesimarmi nei più vivi,
reali interessi dei lettori tecnici agricoli ed
agricoltori e cominciammo ad uscire con articoli e numeri
speciali, che chiarivano obiettivamente le situazioni più
intricate. Si diede risposta alle grandi incertezze esistenti
nel campo legale-sindacale attraverso un seguito di articoli
chiarificatori dellavv. Luigi Devoto, eminente giurista
veronese di fama nazionale. Nel settore tributario, ove
regnavano ignoranza e confusione, il dr. Ettore Marchi, con le
sue modernissime «Guide tributarie» uscite come numeri
speciali, riscosse successo vivissimo fin dallinizio.
Nel campo più propriamente tecnico, cominciarono a
collaborare specialisti eminenti come Ettore Malenotti,
direttore dellOsservatorio fitopatologico di Verona;
Giovanni Dalmasso, luminare della viticoltura italiana (che
riservò bellissimi articoli divulgativi al suo vecchio
allievo di Conegliano); Dino Rui, successore di Malenotti,
autore di una «Guida ai trattamenti antiparassitari», che,
per la moderna impostazione tecnico-pratica, riscosse
immediato successo fra i frutticoltori uscendo con la sua
prima edizione nel 1952, alla quale ne seguiranno ben altre
otto!
Come abbiamo risolto il problema della politica agraria
E la politica agraria?
Nei primi anni di vita ci limitammo a trattarla in modo
indiretto, attraverso una «Rassegna mensile della stampa
nazionale», nella quale riassumevamo o citavamo gli articoli
più importanti che venivano via via pubblicati nel campo
della politica ed economia agraria. Fu, questa, una felice
decisione che ebbe un effetto importante nella vita de
LInformatore Agrario, perché le citazioni continue delle
maggiori testate e degli articolisti più prestigiosi ci
attirarono simpatie in vari ambienti.
Le testate dei maggiori giornali non considerarono
LInformatore Agrario, almeno in un primo momento, un
diretto concorrente, ma, piuttosto, un «segnalatore
bibliografico» che portava ad esse qualche vantaggio
propagandistico (ci fu perfino possibile istituire un
abbonamento cumulativo con il Giornale di Agricoltura). In
sostanza la «Rassegna della stampa» ci rese possibile dare
ai lettori informazioni piuttosto complete di politica agraria
espresse dalle varie forze politiche e ci consentì fatto
fondamentale per me di non affrontare di petto fin
dallinizio una concorrenza alla quale non avrei potuto
sicuramente reggere.
Poi, pian piano, cominceremo a fare anche la «nostra politica».
E la faremo, soprattutto, con un nuovo, indimenticabile nostro
collaboratore: Pietro Bertuzzi. È un uomo modesto, senza
titolo di studio, che non si esibisce; un semplice impiegato
dellIspettorato dellagricoltura di Verona, che non ha
mai fatto carriera. Mezzo artista (pittore e poeta) e mezzo
tecnico, arguto ed incisivo, scriverà per LInformatore
Agrario articoli di fondo nei quali il suo forte spirito
critico ed indipendente viene associato al garbo e
allumorismo più schietto. Il primo suo articolo di fondo,
a titolo «La terra trema», viene pubblicato nel numero del 1°
giugno 1949; ne seguiranno altre centinaia fino al numero 50
del 23-12-1976, che ospiterà il fondo di addio. Ad essi si
affiancano spesso altri testi che egli scriverà, anche come
nostro inviato, ad esempio in tema di riforma agraria, sotto
il suo nome o gli pseudonimi di Ager, ovvero Oscar Righi. Egli
finirà serenamente la vita nella sua piccola azienda tra i
campi e le viti delle nostre colline veronesi.
E così, via via, LInformatore Agrario percorre la sua
strada. Ed il clima di diffusa sfiducia, anziché abbattermi,
mi infonde carica, grinta, voglia di dimostrare ad ogni costo
che potevamo e dovevamo farcela. La sento come una sfida e ciò
contribuisce a creare le fortune di questo periodico, che
diventerà settimanale con il numero del 15 gennaio 1952.
Nel 1948, raccomandatomi dal nostro collaboratore prof. Gino
Bozzini (preside della Scuola agraria di Marzana e
dellIstituto tecnico agrario «M.A. Bentegodi») come «primo
della classe», si presenta un ragazzino con i calzoni corti:
è Mario Mistruzzi. Egli viene da noi di tanto in tanto,
quando è libero dai suoi impegni scolastici, ad apprendere i
primi rudimenti del mestiere e finirà con il rimanere a
LInformatore Agrario, percorrendo brillantemente tutti i
gradini della carriera professionale fino alla carica di
direttore responsabile, che coprirà dal 18 giugno 1981 al
febbraio 1994, quando se ne andrà in pensione.
Ma la concorrenza giornalistica non si ferma certo alle due
testate nazionali e alle due veronesi che ho citato. In campo
nazionale è uscita a Roma il 25 ottobre 1945, con iniziale
buon successo, il quindicinale Terra e Sole. Le Edizioni
agricole di Bologna del prof. Luigi Perdisa, che aveva
iniziato la sua attività editoriale sin dal 1936 con
lottima rivista I tecnici agricoli, è ora presente con tre
periodici di successo (Rivista dEconomia Agraria, Rivista
di Estimo Agrario e Genio Rurale, Macchine e Motori Agricoli).
Questa Casa editrice, destinata a grande sviluppo, ci
contrapporrà il settimanale Terra e Vita a partire dal 1970.
La fortissima concorrenza (che arriverà, in tempi successivi,
a superare il numero di 400 periodici di agricoltura,
considerando anche quelli a diffusione locale) ci costringe ad
aguzzare lingegno. Iniziamo ad uscire con degli eccellenti
numeri speciali come la «Breve guida tributaria 1948» di
Ettore Marchi, stampata nel mese di marzo, che diventerà un
«classico» del nostro settimanale e vedrà numerose
edizioni. Ma molti altri numeri speciali usciranno via via nei
prossimi anni. Mi impegno a fondo nellimpostazione di essi,
studiando tutti i modi per renderli veramente utili ai
lettori, facilmente comprensibili, con istruzioni trasferibili
sul piano pratico-applicativo. Usciranno così negli anni
50: la «Guida ai trattamenti antiparassitari» di Dino Rui
e Francesco Bellavite, che riscuote fin dallinizio un
successo presso gli abbonati e gli inserzionisti superiore ad
ogni aspettativa, anche per la novità e la modernità
dellimpostazione (godrà di ben otto successive edizioni);
la «Guida ai trattamenti diserbanti» di Pietro Grancini; la
«Guida alla campagna granaria» di Alberto Trentin; la «Guida
alla coltivazione dei mais ibridi» di Giuseppe Mozzarelli,
allirrigazione a pioggia di Vincenzo Ferrari,
allallevamento del vitello di Dialma Balasini,
allalimentazione del bestiame di Mainardi e molte altre,
tra le quali ricordo la «Guida alla scelta e allimpiego
della trattrice» di Sergio Cosolo, uscita nel 1961,
costituita da ben 80 pagine.
Ma tante altre iniziative vanno in porto in quegli anni
fecondi e creativi: come la periodica «Borsa della trattrice»
con Giacomo Rattotti, che contribuirà validamente a portare
chiarezza nel mercato nazionale delle trattrici, prima
lasciato alla mercé della contrattazione privata in assenza
di listini ufficiali. Ed anche ledizione de LInformatore
Agrario in carta leggera per la spedizione via aerea
allestero, ove si nota un buon interessamento. Ed intanto,
a rafforzare la nostra «presenza» in campo politico dopo
la prematura dipartita del nostro valoroso corrispondente da
Roma, Giuseppe Diffidenti viene con noi nel 1954 Giovanni
Martirano, che con le sue rubriche «Settimana politica» e «Al
Parlamento», nonché con interviste e testi attualissimi,
tiene tuttora vivo il colloquio da e con Roma in oltre 40 anni
di intensa collaborazione.
Il fervore che ci anima porta in tutti i campi ad una
progressione continua. I collaboratori come rileviamo
dagli indici di fine anno sono già oltre cento nel 1955 e
quasi raddoppiano nel 1956 (per arrivare ai circa mille
attuali). Fra essi figurano nomi prestigiosi, in aggiunta a
quelli già citati in precedenza, come: Bonadonna,
Bonsembiante, Branzanti, Ciaffi, Consolini, Crea, De Carolis,
De Marzi, Draghetti, Formigoni, Guardasoni, Lalatta,
Marescalchi Arturo e Claudio, Martelli, Montanari, Pagani,
Pellizzi, Violante, Zappi-Recordati, Zucchi e tanti altri con
i quali mi scuso vivamente per non poterli citare.
Con gli anni 60 vengono potenziati la redazione e
lufficio pubblicità del settimanale; iniziano in quel
periodo le collaborazioni di Adriano Bonfante, Ettore Meschini
e Aimone Bellesia, collaboratori che dedicheranno tutta la
loro vita produttiva ed il loro ingegno allo sviluppo de
LInformatore Agrario (Meschini è attualmente capo
redattore del settimanale, mentre Bonfante è andato in
pensione e Bellesia è improvvisamente deceduto nel 1991).
Un fatto fondamentale: la collaborazione della
sperimentazione ufficiale
Viene avviata in quegli anni la pubblicazione dei risultati di
confronto dei mais ibridi, realizzati dalla Stazione
sperimentale di maiscoltura di Bergamo. Quei numeri
rappresentarono una svolta nel modo di divulgare i dati della
sperimentazione e su quella linea fu successivamente avviata
la serie di speciali dedicati ai cereali, coordinati
dallIstituto sperimentale per la cerealicoltura. La piena
collaborazione della sperimentazione ufficiale riguardante i
cereali si estese successivamente agli altri settori
dellagricoltura, sviluppando ulteriormente i legami con
LInformatore Agrario. Fu così possibile portare a
conoscenza dei lettori i risultati sperimentali che via via si
avevano in frutticoltura, orticoltura e allevamenti
zootecnici, fornendo alle aziende agricole italiane i più
moderni orientamenti suggeriti dalla Ricerca.
Giunti a questo punto, riteniamo che LInformatore Agrario
abbia dato un contributo importante al progresso
dellagricoltura italiana; contributo reso possibile dalla
partecipazione della scienza ufficiale, dalla collaborazione
dei migliori specialisti nelle varie discipline e
dalladesione degli operatori agricoli di tutte le regioni
dItalia. Aumenta continuamente il numero delle pagine
annuali, che passa dalle 170 del 1946 alle 1.010 del 1957, per
oltrepassare le 5.000 negli anni 80 e 90. Aumentano le
quote di abbonamento annuale, che dalle 100 e 200 lire del
1945-46 passano alle 2.000 del 1956, per giungere alle 102.000
lire attuali. Nel 1960, a quindici anni di distanza dalla
fondazione, abbiamo acquistato una grande sicurezza nelle
nostre possibilità; riteniamo ormai per certo di aver
raggiunto il primo posto per diffusione tra la stampa agraria
italiana e ci dichiariamo pubblicamente «lunico
settimanale agricolo indipendente del nostro Paese».
Si può dire che nel 1958, con linsediamento nella sede
propria in Verona di Largo Caldera 11, ha avuto termine la
vecchia storia avventurosa, sofferta, affascinante de
LInformatore Agrario, sorto dal nulla. Da allora è
iniziata la storia nuova, che diventerà sempre più recente e
moderna con lentrata dei tre figli nellazienda e la
progressiva adozione delle attrezzature e dei sistemi più
sofisticati. Finisco qui la mia parte «storica», porgendo
mille ringraziamenti ed auguri agli abbonati vecchi e nuovi
che ci hanno sostenuto con la loro adesione in tanti anni di
laborioso impegno. Io torno al mio tavolo di lavoro.
Il dott. agronomo Alberto Rizzotti
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