POLITICA |
 |
Un problema da risolvere presto |
Confagricoltura chiede un confronto
Nell’anno solare 2005, l’Italia ha registrato un anomalo
utilizzo di fondi comunitari, messi a disposizione dei nostri agricoltori
nell’ambito del regime del pagamento unico aziendale.
Essenzialmente si tratta delle risorse destinate ai pagamenti disaccoppiati:
il nocciolo duro del sostegno europeo al settore agricolo. In base ai dati
della Commissione il nostro Paese disponeva di un massimale di 2,3 miliardi
di euro, ma ne sono stai corrisposti agli agricoltori solo 1,9.
Oltre 400 milioni di euro, al lordo dell’importo oggetto di modulazione, non
sarebbero stati quindi erogati materialmente ai beneficiari.
O perché spostati sul secondo pilastro della pac, oppure – e qui è il dato
più rilevante – perché molti diritti non risultano utilizzati.
Anche a seguito del nostro comunicato, il Mipaaf ha provveduto a eseguire
delle precisazioni e a indicare degli aggiornamenti che ridimensionano
l’entità dei fondi lasciati a Bruxelles.
I dati ministeriali, riferiti alla metà di ottobre scorso (la tabella della
Commissione è datata primi settembre 2006) dicono che le risorse non spese
sono circa 180 milioni di euro.
Abbiamo tratto un mezzo sospiro di sollievo, perché la cifra si è più che
dimezzata. Ma il problema resta, dato che comunque si tratta di risorse
finanziarie non marginali, allocate a favore del nostro sistema agricolo
nazionale, le quali, per effetto dei cambiamenti intervenuti a seguito delle
disposizioni introdotte con la riforma della pac del 2003, non escono dal
bilancio Ue. Inoltre, ci preoccupa la differenza tra l’Italia e gli altri
Paesi membri che hanno avviato il disacoppiamento nel 2005. Per quale
ragione l’entità dei fondi inutilizzati assume un livello elevato per
l’Italia ed è nettamente più basso, se non addirittura trascurabile, per gli
altri Stati membri?
In Confagricoltura ci siamo posti questo interrogativo e riteniamo che sia
necessario eseguire ogni tipo di approfondimento per capirne le ragioni e
trovare gli efficaci e tempestivi rimedi. Non vorremmo trovarci anche per il
2006 e per gli anni successivi di fronte al fenomeno del non completo
utilizzo delle disponibilità della politica agricola comune.
Di sicuro il nostro Paese ha operato con trasparenza. Non avevamo alcun
dubbio in merito. Crediamo che la risposta passi attraverso un autentico
processo di semplificazione delle norme applicative e delle procedure.
Occorre uno snellimento delle operazioni per la compilazione e la
presentazione della domanda unica annuale. Così come sarebbe opportuno
rendere più flessibili le disposizioni sui trasferimenti dei titoli pac. Si
avverte, inoltre, la necessità di rivedere alcune regole in materia di
assegnazione e di utilizzo dei diritti.
Come Confagricoltura abbiamo idee e proposte e volentieri siamo disposti a
confrontarci con l’Amministrazione e con le altre organizzazioni
professionali, in vista di un’adeguata soluzione, che senz’altro esiste, al
problema dei fondi inutilizzati.
|