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L'Informatore Agrario

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Approfondimento

 
47
 1-7 Dic.

  2006
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Attualità POLITICA

Un problema da risolvere presto

Confagricoltura chiede un confronto

Nell’anno solare 2005, l’Italia ha registrato un anomalo utilizzo di fondi comunitari, messi a disposizione dei nostri agricoltori nell’ambito del regime del pagamento unico aziendale.
Essenzialmente si tratta delle risorse destinate ai pagamenti disaccoppiati: il nocciolo duro del sostegno europeo al settore agricolo. In base ai dati della Commissione il nostro Paese disponeva di un massimale di 2,3 miliardi di euro, ma ne sono stai corrisposti agli agricoltori solo 1,9.
Oltre 400 milioni di euro, al lordo dell’importo oggetto di modulazione, non sarebbero stati quindi erogati materialmente ai beneficiari.
O perché spostati sul secondo pilastro della pac, oppure – e qui è il dato più rilevante – perché molti diritti non risultano utilizzati.
Anche a seguito del nostro comunicato, il Mipaaf ha provveduto a eseguire delle precisazioni e a indicare degli aggiornamenti che ridimensionano l’entità dei fondi lasciati a Bruxelles.
I dati ministeriali, riferiti alla metà di ottobre scorso (la tabella della Commissione è datata primi settembre 2006) dicono che le risorse non spese sono circa 180 milioni di euro.
Abbiamo tratto un mezzo sospiro di sollievo, perché la cifra si è più che dimezzata. Ma il problema resta, dato che comunque si tratta di risorse finanziarie non marginali, allocate a favore del nostro sistema agricolo nazionale, le quali, per effetto dei cambiamenti intervenuti a seguito delle disposizioni introdotte con la riforma della pac del 2003, non escono dal bilancio Ue. Inoltre, ci preoccupa la differenza tra l’Italia e gli altri Paesi membri che hanno avviato il disacoppiamento nel 2005. Per quale ragione l’entità dei fondi inutilizzati assume un livello elevato per l’Italia ed è nettamente più basso, se non addirittura trascurabile, per gli altri Stati membri?
In Confagricoltura ci siamo posti questo interrogativo e riteniamo che sia necessario eseguire ogni tipo di approfondimento per capirne le ragioni e trovare gli efficaci e tempestivi rimedi. Non vorremmo trovarci anche per il 2006 e per gli anni successivi di fronte al fenomeno del non completo utilizzo delle disponibilità della politica agricola comune.
Di sicuro il nostro Paese ha operato con trasparenza. Non avevamo alcun dubbio in merito. Crediamo che la risposta passi attraverso un autentico processo di semplificazione delle norme applicative e delle procedure.
Occorre uno snellimento delle operazioni per la compilazione e la presentazione della domanda unica annuale. Così come sarebbe opportuno rendere più flessibili le disposizioni sui trasferimenti dei titoli pac. Si avverte, inoltre, la necessità di rivedere alcune regole in materia di assegnazione e di utilizzo dei diritti.
Come Confagricoltura abbiamo idee e proposte e volentieri siamo disposti a confrontarci con l’Amministrazione e con le altre organizzazioni professionali, in vista di un’adeguata soluzione, che senz’altro esiste, al problema dei fondi inutilizzati.


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Ermanno Comegna
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