riviste mensili agricole, riviste settimanali agricole, riviste agricoltura, riviste online agricoltura, riviste agricole specializzate, riviste specializzate agricoltura

riviste agricole, mondo agricoltura, riviste agricoltori  
riviste agricoltura, testate agricoltura, edizioni agricoltura
 
   
Home Riviste   L'Informatore Agrario   Vita in Campagna   Vivere La Casa in Campagna   Mad   Origine   International Agricultural Policy  

elenco prodotti in vendita
n°prodotti: 0
Totale: E. 0,00
cassa

chi siamo





riviste agricole, rivista per gli amanti della campagna, rivista sull'agricoltura professionale, riviste sull'agricoltura non professionale, edizioni dedicate al mondo agricolo, riviste specializzate in agricoltura, testate e giornali online agricoltura


L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
18
 4 - 10 Mag.

  2007
segnala ad un amico  invia ad un amico    scrivi un commento alla redazione  scrivi alla redazione
non in vendita


Attualità POLITICA

La bieticoltura italiana è più magra ma viva: intervista al neopresidente di Anb.

Camillo Brena, da poco al vertice di Anb, dopo la drastica revisione del settore invita a voltare pagina per affrontare al meglio il futuro e trovare risposte adeguate alla nuova situazione.

Da metà aprile l’Anb, la maggiore organizzazione italiana del settore bieticolo, ha rinnovato il proprio vertice: il nuovo presidente è Camillo Brena, 47 anni, veronese, che prende il posto di Carlo Alberto Roncarati, mentre il vicepresidente è Mario Guidi, 45 anni, di Ferrara. È superfluo ricordare quali e quanti problemi abbia dovuto affrontare negli ultimi anni la bieticoltura italiana, ma c’è anche da dire che purtroppo il futuro appare ancora pieno di incertezze. Per questo motivo abbiamo rivolto alcune domande al nuovo presidente di Anb per cercare di capire quali prospettive abbia il settore.
Presidente Brena, lei assume la guida dell’Anb in un momento certamente non facile per la bieticoltura italiana, dimezzata dalla riforma dell’ocm. Cosa si sente di dire a chi ancora coltiva bietola e vorrebbe continuare a farlo?
Occorre guardare avanti con moderata fiducia. Anb ha sempre contestato la riforma dell’ocm zucchero che avrebbe dovuto prevedere misure incisive sul controllo della superproduzione europea, che viceversa permane tuttora e che ha costretto la Commissione europea a proporre una revisione delle regole dopo appena due anni di vita.
Oggi però dobbiamo voltare pagina e attrezzarci. La riduzione delle garanzie economiche imposta dalla riforma sta selezionando le aziende in base all’imprenditorialità; a queste imprese dico che, proseguendo sulla strada dei progressi di competitività, si acquisiranno adeguate soddisfazioni economiche anche per i prossimi anni, in attesa di conoscere le decisioni che scaturiranno dopo il 2010 sulla scorta della verifica sui risultati del periodo transitorio della riforma.
Si fa un gran parlare in questi tempi di colture energetiche: ritiene che esistano in Italia le condizioni economiche per coinvolgere la bietola su questo fronte?
La destinazione energetica della bietola sembra essere a esclusivo appannaggio delle aree produttive più performanti, come quella francese e quella tedesca, dove stanno partendo progetti di filiere ad hoc e di impianti attrezzati. In Francia i contratti di fornitura prevedono un prezzo di 23 euro/t che è impraticabile per i nostri comprensori.
Poche settimane fa L’Informatore Agrario ha titolato «L’ocm zucchero è un cantiere ancora aperto». Pensa ci siano margini per evitare altre picconate al settore in Italia?
I margini sono oggettivamente risicati: la commissaria Mariann Fischer Boel vuole «sciabolare» 4 milioni di tonnellate di produzione europea, dando anche ai bieticoltori, fino a oggi esclusi, il potere di iniziativa per l’abbandono dell’attività, prospettando in cambio lauti aiuti. I meccanismi studiati sono veramente allettanti e, nel loro cinismo, estremamente efficaci; i danni che potrebbero arrecare al sistema produttivo nazionale fanno passare in secondo piano le compensazioni ottenute dallo staff del ministro Paolo De Castro all’atto della formulazione delle proposte della Commissione Ue.
Se in Italia ci troveremo tutti fortemente coesi (associazioni bieticole e organizzazioni professionali agricole, d’intesa con le imprese saccarifere, sotto l’azione di concertazione e di coordinamento del Mipaaf) nel difendere i confini programmati della filiera (il 50% del contingente nazionale e le 6 fabbriche), sarà comunque più facile per De Castro ottenere dal Consiglio dei ministri agricoli deroghe per l’Italia, che ha già contribuito sensibilmente al riequilibrio del mercato europeo nei due primi, drammatici anni della riforma zucchero. Il successo della nostra azione sarà proporzionato alla compattezza con la quale ci muoveremo.
Nell’ultimo anno il settore bieticolo italiano si è contraddistinto, a livello associativo, per un elevato grado di conflittualità, sfociato in una polemica dai toni anche molto duri tra Anb e Coldiretti. Premesso che per andare d’accordo bisogna essere in due, quale sarà la sua linea come presidente della maggiore associazione di settore?
La polemica è stata anomala perché le dimensioni e il campo di attività collocano Coldiretti e Anb su piani molto sfalsati. I soci dell’una e dell’altra organizzazione, infatti, non ne hanno compreso appieno i motivi. Alcune iniziative ostili, finalizzate a favorire la diaspora di soci di area Coldiretti da Anb, non hanno però sortito effetti dirompenti nei comprensori dove l’Anb è storicamente radicata e apprezzata.
Ciò significa che Anb rappresenta ancora tali produttori e ciò responsabilizza i dirigenti della Associazione, me per primo, nell’interpretare le esigenze di questa parte importante della nostra base sociale. Atteggiamento che, sul fronte del dialogo, comporta la massima disponibilità e apertura. Sono convinto che l’interesse della categoria imponga questo dialogo.
Nel contesto della nuova pac le associazioni di categoria devono necessariamente rivedere il proprio ruolo: non più semplice rappresentanza «sindacale», ma vera e propria organizzazione di produttori. Come agirà Anb per recitare questa nuova parte?
La riforma dell’associazionismo ha portato molti più problemi di quanti non intendesse risolverne per ciò che riguarda il comparto bietole. La componente agricola è già da lungo tempo organizzata ed è in grado di governare la produzione. Insomma, non si è tenuto conto della specificità del comparto. Anche in questo frangente, come per l’ocm, occorre fare di necessità virtù e dare una risposta adeguata alla nuova situazione. Non mi sembra che vi siano alternative alle op (con maggiori costi per i produttori), la cui nascita dovrà essere accompagnata affidando ad Anb un ruolo di promozione, riferimento e coordinamento.
Anb dovrà interessarsi materialmente sul territorio anche alla promozione di tutte quelle attività legate alla riconversione della bietola (produzioni energetiche). Si deve partire rapidamente e sul piano concreto; la modifica dello statuto, molto pragmaticamente, dovrà seguire e non precedere il processo.
Anb ha raggiunto i 90 anni di vita e trovo doveroso impegnarsi per salvare questa realtà storica del movimento associativo agricolo nazionale.

 

Sommario rivista

A.A.


la ricerca

trova 

© 2025 Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. - Tutti i diritti riservati