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L’accusa principale è quella di aver compiuto una forzatura istituzionale, approvando un provvedimento senza il parere favorevole della Conferenza delle Regioni.

Il Governo, per bocca del viceministro delle politiche agricole Andrea Olivero, ha replicato che il provvedimento prevede la possibilità di intervenire con correttivi e modifiche, entro un anno dall’entrata in vigore, quindi il prossimo Governo potrà «migliorare ed emendare nelle parti ritenute critiche la riforma». Inoltre, perché il decreto divenga operativo è necessario varare uno statuto che abbia l’ok del Ministero dell’economia.

Al di là delle questioni politico-istituzionali, resta il fatto che una riforma a costo zero come quella prevista è molto probabilmente inutile. Per far marciare Agea bisognerebbe investire soldi per personale altamente qualificato (ingegneri e tecnici informatici soprattutto) scelto opportunamente e mantenendo, della vecchia struttura, solo una piccola parte dei dirigenti e del personale.