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Origine in etichetta: l’Italia «aggiusta» i decreti

Sulle etichette italiane degli alimenti e sulle loro peculiarità si va avanti a colpi di decreti e interpretazioni. A fine gennaio la Commissione UE ha rigettato la notifica dello schema di decreto sull'indicazione obbligatoria in etichetta della sede dello stabilimento, che nel nostro Paese è applicato dal 5 aprile ma il Mipaaf assicura che «il decreto è ancora in vigore».
Nei giorni scorsi, poi, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, in qualità di ministro delle politiche agricole ad interim, e il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda hanno firmato un decreto con il quale «si assicura l'applicabilità fino al 31 marzo 2020 dei decreti ministeriali che hanno introdotto l'obbligo di indicazione dell'origine della materia prima sull'etichetta del latte, della pasta, del riso e del pomodoro». 
Una nuova modifica di una legislazione nazionale che, latte a parte, non è mai stata notificata a Bruxelles.
L'impressione è tuttavia che l'Esecutivo UE non voglia aprire una procedura di infrazione sul tema contro l'Italia nell'ultimo anno della presidenza Juncker. Le misure sono temporanee e riguardano esclusivamente le imprese italiane. Vale a dire che difficilmente uno Stato o impresa di Paese membro UE o di Paese terzo le contesterà.


Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 18/2018 a pag. 10
Etichette: l'Italia «aggiusta» i decreti
di A. Di Mambro
L’articolo completo è disponibile anche sulla Rivista Digitale



 


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