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Prezzi del mais, forse una svolta nel 2018

La riduzione delle scorte mondiali, dopo una lunga fase caratterizzata da raccolti e stock in eccesso rispetto ai fabbisogni, potrebbe dare un po’ di slancio ai prezzi del mais sui mercati internazionali. È lo scenario ritenuto in questa fase più probabile dagli analisti, anche in considerazione di una ripresa della domanda non food per la produzione di biocarburanti, che la Cina per prima intende rafforzare, attingendo a stock divenuti ormai difficili da gestire anche logisticamente. Il quadro tuttavia non appare ancora ben definito.
Nell'ultimo rapporto di previsione del Dipartimento dell'agricoltura americano (Usda), pubblicato il 12 gennaio scorso, il dato sulle scorte mondiali di granoturco, anche se in calo su base annua, è stato rivisto al rialzo rispetto alle stime di dicembre. Si prevede adesso una giacenza finale inferiore a 207 milioni di tonnellate, contro i 229 milioni della scorsa campagna, un livello comunque indicativo di una situazione non ancora “normalizzata”, soprattutto se confrontato con una media storica pluriennale di circa 150 milioni di tonnellate.
Dal lato dell’offerta la perdita di un milione di ettari di superfici seminate a granoturco e l’1,7% in meno di resa nella campagna 2017-2018 portano a stimare un calo produttivo mondiale di quasi 3 punti percentuali, in previsione di un raccolto che l’Usda valuta attualmente attorno a 1 miliardo e 45 milioni di tonnellate, comunque il secondo migliore di sempre dopo il record del 2016-2017. Con 1 miliardo e 66 milioni di tonnellate, infine, i consumi toccheranno un nuovo primato storico, facendo segnare una crescita dello 0,4% su base annua.


Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 2/2018 a pag. 24
Possibile svolta dei prezzi del mais nel 2018
L’articolo completo è disponibile anche sulla Rivista Digitale




 

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