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Contoterzisti uniti per contare di più

Il mondo del contoterzismo agricolo italiano è ora più unito: l’assemblea costitutiva di Cai, Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani, che si è svolta sabato scorso 27 maggio a Milano Marittima, ha sancito il ritorno assieme, sotto l’unica bandiera Cai, delle due principali sigle del mondo del settore: Confai (Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani) e Unima (Unione nazionale imprese di meccanizzazione agricola). 
Dopo lo strappo del 2004 il quadro si è dunque ricomposto, grazie a un paziente lavoro diplomatico iniziato ufficialmente il 5 dicembre 2013 con la firma del protocollo d’intesa che di fatto aveva dato vita al Cai.
Nessuno potrà valutare precisamente quanto questa divisione, durata ben tredici anni, abbia condizionato il mondo del contoterzismo nostrano, ma di certo il peso politico a livello contrattuale ora sarà maggiore.
Secondo l’Istat, il settore del contoterzismo agricolo rappresenta circa 18.000 aziende, 10.000 delle quali professionali. Cai è costituita da 6 federazioni regionali (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte, Toscana, Marche), 55 associazioni territoriali e dall’Unione nazionale frantoi oleari (a sua volta costituita da 24 strutture provinciali). 
Per la carica di presidente è stato scelto il veronese Gianni Dalla Bernardina, che nel suo breve discorso introduttivo ha puntato molto sulla forza di Cai. «Con questo passaggio − ha spiegato il numero uno di Cai − abbiamo costruito una casa più grande». Nella relazione del neopresidente, in evidenza i vantaggi immediati della fusione tra Confai e Unima: tra questi il potenziamento dell’azione sindacale e di interlocuzione con le istituzioni di riferimento, un consolidamento delle strutture di servizio a beneficio di una comune base associativa, maggiore efficienza nell’erogazione della consulenza aziendale. 


Se vuoi approfondire l'argomento, grazie al servizio Rivista Digitale, leggi l'articolo online a pagina 12 de L'Informatore Agrario n. 21/2017!  Clicca qui





 

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