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Senza voucher poche alternative

L’abolizione dei voucher  ha portato all'eliminazione di un importante strumento contrattuale per l’agricoltura. I buoni lavoro infatti, vale la pena di ricordarlo, erano stati introdotti nel 2008 per agevolare l'instaurazione di rapporti di lavoro occasionali, come ad esempio quelli della vendemmia, semplificando i numerosissimi adempimenti burocratici connessi a ogni tipo di assunzione, anche di breve durata. Ora, in attesa di una valida alternativa ai voucher, la soluzione più praticabile per inquadrare le prestazioni occasionali in modo legittimo rimane il ricorso al contratto di lavoro a tempo determinato che, per gli operai agricoli, è caratterizzato da un'ampia flessibilità. Si tratta dei tradizionali rapporti di lavoro a tempo determinato per i braccianti, i cosiddetti otd, che possono essere instaurati per singole fasi lavorative, anche di durata minima, o ripetersi in corso d'anno a intermittenza e senza limiti massimi. Naturalmente dovranno essere rispettate tutte le regole e le forme tipiche del lavoro subordinato (assunzione, inquadramento e retribuzione, orari di lavoro predeterminati, contribuzione previdenziale e assistenziale), compresi i complessi e costosi adempimenti amministrativi, anche quando dovesse trattarsi di un solo giorno di lavoro. È evidente allora la necessità di riavviare la discussione sulle prestazioni professionali di carattere marginale, al fine di evitare il rischio che rimangano fuori dal mercato del lavoro legale. Non è pensabile infatti di risolvere il problema attraverso le tradizionali forme contrattuali del lavoro subordinato, soprattutto per gli stringenti vincoli alla flessibilità di gestione e per le complicazioni burocratiche connesse anche a rapporti di lavoro di brevissima durata.


Se vuoi approfondire l'argomento, grazie al servizio Rivista Digitale, leggi l'articolo online a pagina 6 de L'Informatore Agrario n. 15/2017!  Clicca qui






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