Il 20 dicembre scorso è stato inviato a Bruxelles lo schema di decreto, condiviso dai ministri delle politiche agricole Maurizio Martina e dello sviluppo economico Carlo Calenda, che introduce la sperimentazione dell’indicazione obbligatoria dell’origine per la filiera grano-pasta in Italia.
Si avvia così l’iter autorizzativo previsto a livello europeo per arrivare a un modello di etichettatura che consentirà di indicare con chiarezza al consumatore sulle confezioni di pasta secca prodotte in Italia il Paese o l’area dove è coltivato il grano e quello in cui è macinato.
Le novità del decreto
Il decreto in particolare prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:
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nome del Paese nel quale il grano viene coltivato;
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nome del Paese in cui il grano è stato macinato.
Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE e NON UE.
Se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l’Italia, si potrà usare la dicitura: “Italia e altri Paesi UE e/o NON UE”.
Queste indicazioni sull’origine sono apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente visibili, chiaramente leggibili e indelebili.
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