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Marc Van Montagu, il futuro delle biotecnologie agricole

Marc Van Montagu, ricercatore dell'Università di Gent, uno degli scopritori - negli anni ottanta - della tecnica che consente di creare piante transgeniche e World Food Prize 2013, parla del futuro delle biotecnologie agricole e degli OGM.




- Lei è uno dei pionieri del biotech applicato all'agricoltura, in particolare gli ogm. Dopo decenni di rapida adozione da parte degli agricoltori, la diffusione di questa tecnologia ha raggiunto un limite?

- Certamente no, il punto è che lo sviluppo di questa tecnologia è stato condizionato fin dall'inizio. Le multinazionali erano interessate alla realizzazione di tre o quattro colture su cui utilizzare i tratti di loro proprietà e hanno avuto successo, cioè oggi hanno un monopolio su diverse colture. Sfortunatamente, questo ha significato bloccare l'accesso al mercato delle piccole e medie imprese. Nelle università e istituti di ricerca ci sono tantissimi prototipi diversi che potrebbero essere sviluppati, ma non riescono a raggiungere il mercato perché noi scienziati non siamo stati capaci di comunicare alla società quanto sono importanti perché non capivamo i motivi di tanta paura e delle decisioni prese in questo ambito. Allora, l'industria ha fatto l'industria.

C'è una grande responsabilità nello spiegare ciò che la ricerca può fare e quale uso fare delle sue scoperte. E' questo che non ha funzionato con le biotecnologie agricole. Perciò gli sviluppi futuri dovranno vedere ricercatori che interagiscono con scienziati sociali per capire cosa davvero la società chiede alla scienza. La società è cambiata così tanto e oggi siamo in una società della partecipazione, che vuole avere voce in capitolo sull'utilizzo di una certa tecnologia.

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