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Tim Benton, docente all'Università di Leeds e parte del comitato scientifico di Expo 2015, fa il punto sul rapporto tra conoscenze scientifiche e decisioni politiche in agricoltura e food security. Sia le prime che le seconde, sostiene Benton, devono abbracciare una prospettiva interdisciplinare e di sistema. 


 

- L'anno scorso lei è stato tra gli esperti che hanno partecipato al comitato direttivo per il programma scientifico di Expo 2015. Come far sì che scienza e politica lavorino meglio insieme per la produzione agricola sostenibile?

- Il gruppo di esperti di cui ho fatto parte ha stilato un documento finale con delle raccomandazioni su come la scienza possa ripensare le sfide future della ricerca per la produzione alimentare e la food security. Una di queste raccomandazioni verteva sulla necessità di affrontare i problemi da una prospettiva di sistema. Le istituzioni scientifiche devono farlo molto di più. Un corollario di questa raccomandazione è che anche le istituzioni politiche dovrebbero iniziare a fare lo stesso. Parte del problema con le politiche è proprio che funzionano a compartimenti stagni, così il ministero dell'agricoltura pensa solo alla produzione agricola, quello della salute solo agli aspetti nutrizionali e spesso finiscono per non incontrarsi o lavorare in modi completamente diversi. In conclusione, per me parte del problema è pensare le sfide della food security in termini di sistema e agire negli stessi termini nello spazio politico, dove ci vorrebbe un maggiore allineamento tra gli attori istituzionali.